La più grande città del mondo antico

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Un tempio risalente all’antica età del bronzo venne scoperto a Tel Megiddo nel 1996 e si capì subito che si trattava di una grandiosa struttura, dalle imponenti dimensioni, impressione confermata dagli scavi successivi: nel 2000 emersero due grandi basi di colonne.

Infine, la scorsa estate, dissepolta la più gran parte della struttura, gli archeologi rimasero stupiti vedendo che il tempio copriva un’area assai più vasta di quanto non si pensasse in un primo tempo: non solo ma si tratta di una creazione artistica di eccellenti materiali. Sulla base di frammenti ceramici e su pali di olivo trovati sul pavimento del tempio databili col carbonio 14, si accertò il periodo della costruzione si situa poco anteriormente al 3000° a. C.

Si tratta della più grande e imponente struttura nel suo genere trovata in medio oriente. E secondo gli studiosi, questi resti sono la più antica testimonianza dell’urbanizzazione della regione. Sono ben conservate le mura della facciata e quello posteriore; nello spazio interno si trovano pietre di basalto lavorate, due circolari e quattro quadrate.

Il sito evidenzia anche grandi quantità di sacrifici di animali: si sono trovate migliaia di ossa sui pavimenti e nei passaggi, e ciò assieme alla monumentalità della costruzione ha fatto pensare che si trattasse di un edificio sacro. Le ossa esaminate sono per lo più di ovini e bovini, ossia animali addomesticati, pochi quelli selvatici preda di caccia.

All’epoca del tempio nel medio oriente le culture muovevano i primi passi verso l’urbanizzazione e grandi insediamenti centrali andavano sorgendo attorno alle dimore dei dominatori circondate da comunità agricole più piccole.

Per tirare su tale imponente struttura ci sarà voluto un numero ingente di maestranze, operai, progettisti, tecnici, scalpellini e artigiani, nonché una direzione centrale che controllasse la zona e provvedesse al rifornimento dei materiali per la costruzione.

I lavoratori alla costruzione del tempio sembra che vivessero in una comunità molto vicina a Megiddo perché tutta la zona è disseminata di frammenti ceramici del periodo del tempio: una sofisticata apparecchiatura che rileva tracce di manufatti ha dimostrato che l’insediamento si estendeva per 500 dunam, rendendo di fatto il sito il più grande insediamento risalente a quel periodo. Il tempio monumentale venne eretto sul colle più alto all’estremità dell’insediamento, come le acropoli delle città stato greche e in tutto l’oriente, mentre la popolazione viveva tutt’attorno.

La manodopera per la costruzione non era solo locale. Ciò si rileva da una ricerca estensiva condotta in tutta la parte occidentale della Valle di Jezreel, ai piedi del Carmelo, dove si è trovato un fiorire senza precedenti di insediamenti che datano del periodo del tempio.

Specialisti in climatologia scoprirono che verso la fine del 4° secolo a.C. le condizioni della Valle erano ben adatte all’agricoltura: abbondanti piogge, sorgenti per l’irrigazione dei campi e terreno fertile.Tuttavia un altro fattore avrebbe contribuito alla decadenza del tempio e non solo lo spostamento delle popolazioni verso situazioni ambientali più favorevoli: Tel Megiddo è situato su una faglia geologica. Gli studi archeologici mostrano che il tempio venne abbandonato a qualche stadio, ma non c’è prova di incendio o di eventi violenti. Si sono trovate prove di un fortissimo terremoto che danneggiò il sito con conseguente abbandono da parte degli abitanti. Megiddo venne poi ricostruito, in una certa misura, solo 200 anni dopo. Questi successivi abitanti edificarono nuovi templi su questo TEL (altura) che restarono attivi sino alla fine del secondo millennio.