Israele e India verso un accordo sugli investimenti: un’alleanza che cresce tra tecnologia e geopolitica

Mondo

di Davide Cucciati
Il deterioramento dei rapporti tra Israele e la Cina, accentuato dalla guerra a Gaza e dalla tardiva condanna cinese degli attacchi di Hamas, potrebbe accelerare il rafforzamento del partenariato israelo-indiano. Inoltre, Israele sta prendendo atto dei rischi strategici legati a Pechino, alleata dell’Iran e rivale degli Stati Uniti. (Foto: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con il primo ministro indiano Narendra Modi)

Israele e India stanno finalizzando un accordo bilaterale per la protezione degli investimenti che potrebbe essere firmato nei prossimi mesi. La notizia è stata riportata da Reuters l’8 luglio 2025, citando una comunicazione del Ministero delle Finanze israeliano a margine di un incontro tra il ministro Bezalel Smotrich, il capo economista Shmuel Abramzon e l’ambasciatore indiano in Israele, J.P. Singh.

“Approfondire i legami economici con l’India è uno degli obiettivi che mi sono prefissato”, ha dichiarato Smotrich, definendo l’India “un vero amico di Israele”. L’accordo punta a rafforzare una cooperazione, già in crescita tra i due Paesi, che negli ultimi anni hanno sviluppato sinergie in campo tecnologico, agricolo e nella difesa. Il commercio bilaterale tra India e Israele, nel 2024, è stato pari a circa 4 miliardi di dollari.

Questa intesa si inserisce in un contesto geopolitico più ampio. Come riportato da Jewish News Syndicate in data 15 giugno 2025, il deterioramento dei rapporti tra Israele e la Cina, accentuato dalla guerra in corso a Gaza e dalla tardiva condanna cinese degli attacchi di Hamas, potrebbe accelerare il rafforzamento del partenariato israelo-indiano. Inoltre, Israele, pur avendo trovato necessario cooperare con la Cina, sta prendendo atto dei rischi strategici legati a Pechino, considerata alleata dell’Iran e rivale degli Stati Uniti.

Gila Gamliel, ministro dell’Innovazione di Israele, ha definito la Cina “non un nemico, ma un rivale degli Stati Uniti, mentre l’Iran è un nostro nemico”, sostenendo la necessità di un “partenariato strategico pieno” con l’India e auspicando lo sviluppo di progetti di ricerca e sviluppo congiunti anche in ambito difensivo. Nonostante la Cina resti un importante partner commerciale per Israele (14 miliardi di dollari di beni importati nel 2024), la tecnologia e le infrastrutture cinesi rappresentano aree in cui Israele potrebbe valutare di diversificare le proprie collaborazioni, anche alla luce delle preoccupazioni per la gestione del porto di Haifa. Infatti, la Shanghai International Port Group (SIPG), società statale cinese, gestisce dal 2021 il terminal Haifa Bayport con una concessione di 25 anni tramite una controllata israeliana interamente posseduta da SIPG. Pur operando sotto la supervisione delle autorità israeliane e generando posti di lavoro locali, la presenza cinese in un’infrastruttura strategica come Haifa ha suscitato interrogativi sia in Israele sia negli Stati Uniti in particolare per le possibili implicazioni di sicurezza legate alla raccolta dati e all’accesso a una delle principali vie commerciali del Paese.

L’India, al contrario, secondo Jewish News Syndicate, ha assunto posizioni sempre più favorevoli a Israele nei fori internazionali, con funzionari indiani che hanno iniziato a riferirsi apertamente ad Hamas come a un’organizzazione terroristica, un termine che in passato evitavano. Inoltre, Nuova Delhi mira a rafforzare le collaborazioni strategiche nell’ambito del corridoio India – Medio Oriente – Europa (IMEC), considerato un progetto non realizzabile senza Israele e le sue infrastrutture. L’imminente accordo sulla protezione degli investimenti potrebbe quindi rappresentare un tassello importante di questo avvicinamento, contribuendo alla costruzione di un’alleanza economica e strategica solida tra Israele e una delle potenze del mondo, in un momento di grande instabilità regionale e di transizione degli equilibri globali.