di Davide Cucciati
Il COGAT (Coordinator of Government Activities in the Territories) è un’unità del Ministero della Difesa israeliano responsabile dell’attuazione della politica civile in Giudea e Samaria e nella Striscia di Gaza. Svolge il ruolo di organo di coordinamento civile e di sicurezza con l’Autorità Palestinese, oltre che con organizzazioni internazionali e ONG attive nella regione.
Il 22 agosto 2025, tramite il proprio account X, il COGAT ha respinto con fermezza il nuovo rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) sulla situazione alimentare nella Striscia di Gaza, che parla di carestia in atto, in particolare a Gaza City.
Il comandante dell’unità, il generale Ghassan Alian, ha affermato che “il rapporto IPC si basa su fonti parziali e inaffidabili, molte delle quali affiliate ad Hamas, e ignora platealmente i fatti e l’ampio sforzo umanitario guidato dallo Stato di Israele e dai suoi partner internazionali. Invece di fornire una valutazione professionale, neutrale e responsabile, il rapporto adotta un approccio fazioso costellato da gravi difetti metodologici, compromettendo la sua credibilità e la fiducia che la comunità internazionale può riporvi. Ci aspettiamo che la comunità internazionale agisca responsabilmente e non si lasci trascinare da narrazioni false e propaganda infondata ma esamini piuttosto i dati completi e i fatti sul terreno”. L’unità del Ministero della Difesa israeliano ha aggiunto che l’IPC non ha utilizzato i dati e le informazioni israeliane messe a disposizione in anticipo, “perché smentiscono la loro narrativa”, inclusi numeri verificabili sugli ingressi degli aiuti, sulla disponibilità dei prodotti nei mercati e sui progetti umanitari.
Nella ricostruzione del COGAT, gli aiuti entrano quotidianamente attraverso i valichi di Kerem Shalom, Zikim, 96 e 147; lo Stato di Israele ha pianificato pause umanitarie, esteso gli orari di apertura dei valichi e organizzato nuovi tragitti per facilitare la consegna. Dal mese di maggio 2025, sono entrati a Gaza oltre 10.000 camion di aiuti, circa l’80% dei quali con generi alimentari, e sono state implementate misure per rendere più efficiente la raccolta degli aiuti direttamente ai valichi. Pertanto, la prima conseguenza sarebbe una “netta diminuzione dei prezzi dei beni alimentari nei mercati” nonché una “maggiore disponibilità di prodotti essenziali”. A ciò si aggiungono, nelle stesse comunicazioni ufficiali, 2.300 pallet di aiuti aviolanciati da dodici Paesi, oltre a condotte idriche e impianti di desalinizzazione in attivazione. “Ignorare tutto questo non è analisi, è manipolazione”, commenta il Coordinator of Government Activities in the Territories. Conseguentemente, la predetta unità del Ministero della Difesa israeliano ha chiosato: “Se carestia significa prezzi in calo, 300 camion di aiuti al giorno e corridoi umanitari aperti, allora Gaza dev’essere la prima carestia della storia caratterizzata dall’abbondanza”.
Il COGAT ha contestato anche l’uso di immagini fuorvianti a sostegno della tesi della carestia rimarcando che il canale ufficiale di Hamas sta utilizzando la stessa foto di Muhammad al-Matouq, un bambino di Gaza con una malattia genetica, già in passato riportata in modo errato da importanti media internazionali come presunta “prova” della fame. “Ora Hamas la ricicla come parte della sua campagna legata all’IPC. Grazie, IPC, per aver dato un timbro internazionale alla propaganda terroristica”, si legge nel messaggio.
Alle critiche del Coordinator of Government Activities in the Territories si affianca la posizione del Ministero degli Esteri israeliano, secondo cui in altri Paesi l’IPC dichiarerebbe la carestia al 30% di malnutrizione, mentre “solo a Gaza l’IPC sostenuto dalle Nazioni Unite ha abbassato l’asticella al 15% basandosi su dati inaffidabili”. La conclusione del dicastero è lapidaria: “Non hanno trovato la carestia, quindi l’hanno fabbricata”.
Il commento dell’Ambasciata di Israele a Roma
“L’Ipc, sostenuto dalle Nazioni Unite, ha abbassato il livello di carestia solo per Gaza, dal 30% al 15% di malnutrizione infantile, uno standard mai utilizzato altrove. L’unica ‘carestia’ mai dichiarata a fronte di un’abbondanza: oltre 100.000 camion di aiuti inviati da Israele, troppo spesso rubati da Hamas”.
È il messaggio postato su X dall’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, alla luce del rapporto dell’Ipc che ha ufficialmente dichiarato la carestia nella Striscia. Ad accompagnare il post, un video in cui si mostrano locali pieni di cibo e gente.
“Il cibo a Gaza c’è, ogni altra affermazione e’ pura menzogna”, conclude.