Il Regno Unito arresta chi grida “globalizzare l’Intifada”, la Germania vieta lo slogan “dal fiume al mare”

Mondo

di Nina Prenda
Il regno Unito mette in campoun approccio «più assertivo» nella gestione delle proteste, alla luce delle crescenti preoccupazioni per l’antisemitismo e per l’incitamento alla violenza attraverso slogan e cartelli. Mentre in Germania diventa reato pronunciare lo slogan che inneggia alla distruzione di Israele.

Mercoledì 17 dicembre 2025 la Metropolitan Police, la polizia di Londra, ha effettuato i primi arresti di manifestanti che, durante una protesta pro-palestinese nella capitale, avevano gridato appelli a “globalizzare l’Intifada”. È stato riferito che due persone sono state arrestate con l’accusa di reati di ordine pubblico a sfondo razziale aggravato. Altri due manifestanti sono stati fermati per ulteriori violazioni dell’ordine pubblico, mentre una quinta persona è stata arrestata per aver ostacolato l’azione degli agenti.

Gli arresti sono arrivati poche ore dopo l’annuncio congiunto della polizia di Londra e di quella della Greater Manchester di un approccio «più assertivo» nella gestione delle proteste, alla luce delle crescenti preoccupazioni per l’antisemitismo e per l’incitamento alla violenza attraverso slogan e cartelli. «Sappiamo che le comunità sono profondamente preoccupate per espressioni come “globalizzare l’intifada”», hanno dichiarato i vertici delle due forze dell’ordine. «Il contesto è cambiato: le parole hanno un significato e delle conseguenze. Agiremo con decisione e procederemo ad arresti».

La stretta arriva in un clima di forte tensione internazionale, alimentato da una serie di attacchi che hanno scosso le comunità ebraiche. Domenica scorsa, in Australia, un attentato terroristico islamico all’evento di Hanukkah sulla spiaggia di Bondi, a Sydney, ha causato la morte di 15 persone. A ottobre, un attacco terroristico mortale aveva colpito una sinagoga di Manchester durante Yom Kippur.

Le organizzazioni ebraiche hanno accolto con favore il cambio di passo della polizia. Il rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis, ha definito la decisione «un passo importante per contrastare la retorica d’odio che abbiamo visto diffondersi nelle nostre strade e che ha ispirato atti di violenza e terrore».

Nel frattempo, le autorità britanniche hanno già rafforzato la sicurezza attorno a sinagoghe, scuole ebraiche e centri comunitari in tutto il Paese. Il primo ministro Keir Starmer ha definito la strage di Bondi «un attacco terroristico antisemita contro famiglie ebree», parlando di un episodio «sconvolgente». Il governo ha inoltre annunciato un aumento dei fondi per la sicurezza della comunità ebraica, portandoli a circa 34 milioni di dollari.

La decisione della Germania

Incentivi alla sicurezza non riguardano solo il Regno Unito. In Germania, le autorità stanno intensificando gli sforzi contro l’ondata antisemita. Mercoledì 17 dicembre 2025 il tribunale distrettuale di Berlino ha stabilito che lo slogan «Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera» costituisce un reato, qualificandolo come simbolo del gruppo terroristico Hamas, bandito nel Paese. La sentenza è stata emessa nel caso di un 25enne condannato per aver urlato la frase durante una manifestazione anti-Israele.

«Chi utilizza questo slogan sostiene Hamas e il suo obiettivo principale: la distruzione dello Stato di Israele», ha affermato la giudice Susann Wettley. Sebbene in Germania vi siano state finora decisioni giudiziarie contrastanti su questo tema, la pronuncia di Berlino potrebbe aprire la strada a un orientamento nazionale più uniforme. Una prospettiva accolta con favore dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, che ha invitato altri Paesi europei a seguire l’esempio tedesco.