di Pietro Baragiola
La visita ha assunto un carattere profondamente significativo soprattutto mercoledì quando il presidente delle Olimpiadi di Los Angeles si è recato nelle comunità colpite dall’attacco del 7 ottobre 2023. Arrivato nel Kibbutz Be’eri e in altri quartieri devastati del sud di Israele, Wasserman ha avuto modo di incontrare le famiglie delle vittime e dei sopravvissuti ascoltando le testimonianze dirette delle violenze inflitte dai terroristi di Hamas.
La sicurezza degli atleti olimpici e in particolare della delegazione israeliana sarà la priorità assoluta delle Olimpiadi di Los Angeles 2028. A ribadirlo è stato Casey Wasserman, presidente del comitato organizzativo dei Giochi e figura centrale dell’industria sportiva statunitense, durante la sua prima visita ufficiale in Israele conclusa giovedì 11 dicembre.
Una visita di tre giorni quella di Wasserman, densa di incontri politici, momenti istituzionali e tappe altamente simboliche che hanno segnato una netta presa di posizione del comitato olimpico nel dibattito internazionale sullo sport e la geopolitica.
La posizione di Casey Wasserman
Ebreo americano fondatore dell’agenzia sportiva che riporta il suo nome, Wasserman è oggi una delle figure più influenti del panorama olimpico contemporaneo.
Durante il suo intervento in Israele ha spiegato che gli organizzatori delle Olimpiadi 2028 stanno lavorando a stretto contatto con il governo federale degli Stati Uniti per garantire all’evento le migliori misure di sicurezza.
“Ci sarà una dimostrazione di forza molto significativa” ha affermato Wasserman, descrivendo un apparato pensato per assicurare la migliore esperienza possibile per tutti i partecipanti. “Non vogliamo che gli atleti israeliani sentano di vivere un’Olimpiade diversa a causa di misure di sicurezza troppo evidenti e mirate. Devono sentirsi sicuri esattamente come tutti gli altri.”
Wasserman ha affrontato anche il tema del boicottaggio di Israele negli eventi sportivi internazionali assumendo una posizione netta e priva di sfumature: “non ho alcun interesse né pazienza per chi vuole fare pressioni volte ad escludere Israele o i suoi atleti. Questo non dovrebbe nemmeno essere un argomento di discussione.”
Secondo il presidente delle Olimpiadi di Los Angeles i momenti di crisi sono quelli che rivelano il carattere delle persone e delle istituzioni e “chiunque creda nello spirito olimpico, deve credere nell’opportunità per tutti di competere, senza eccezioni.”
La visita di Wasserman
Nel corso della sua permanenza Wasserman ha incontrato a Gerusalemme il Presidente israeliano Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu che lo hanno ringraziato per il sostegno espresso pubblicamente verso Israele. All’incontro hanno partecipato anche il Ministro della Cultura e dello Sport Miki Zohar e la presidente del Comitato Olimpico di Israele Yael Arad.
La visita ha assunto un carattere profondamente significativo soprattutto mercoledì quando il presidente delle Olimpiadi di Los Angeles si è recato nelle comunità colpite dall’attacco del 7 ottobre 2023. Arrivato nel Kibbutz Be’eri e in altri quartieri devastati del sud di Israele, Wasserman ha avuto modo di incontrare le famiglie delle vittime e dei sopravvissuti ascoltando le testimonianze dirette delle violenze inflitte dai terroristi di Hamas.
“Sono stati tre giorni che hanno cambiato la mia vita” ha concluso durante la chiusura della sua visita a Tel Aviv, definendo l’esperienza “travolgente”. In questo frangente Wasserman si è autodefinito “un orgoglioso ebreo-americano” e ha ribadito il suo pensiero sul conflitto in Medio Oriente: “sono inequivocabilmente solidale nei confronti di Israele, ma sto anche dalla parte dei civili innocenti di Gaza che non hanno scelto questa guerra.”
Parole che, nel contesto olimpico e internazionale, suonano come un tentativo di tenere insieme sicurezza, inclusione e responsabilità morale. Un equilibrio fragile ma che Wasserman sembra intenzionato a difendere per tutta la durata dei Giochi di Los Angeles 2028.



