Da sinistra, rachida dati e Manuel Valls

Francia, la politica contro l’antisemitsmo. Dalle “Misure forti” della Dati alla “lotta ad antisemitismo e antisionismo” di Valls

Mondo

di Roberto Zadik
Nel pieno dell’emergenza Coronavirus, la Francia e l’Europa lottano con un altro “germe” come quell’antisemitismo. A questo proposito in queste prime settimane di marzo, il sito francese www.lemondejuif.info riporta un intervento su facebook di Rachida Dati, Sindaco del settimo circondariato di Parigi che martedì 10 marzo ha espresso la volontà di “cominciare un percorso di lotta contro l’odio antiebraico nella capitale francese”. Ad esempio? A livello mediatico avviare “una linea editoriale a favore di Israele”. Questo sarebbe” ha evidenziato “un inizio, un piccolo regalo”. “Dobbiamo combattere – ha proseguito la candidata alla Lista dei Repubblicani e ex Ministro della Giustizia sotto la presidenza Sarkozy – l’abitudine all’antisemitismo quotidiano, la sua intollerabile accettazione e la banalizzazione dominante”.

Coraggio e fermezza per la Dati, sindaco  e ex parlamentare europea fino all’anno scorso e francese di origini marocchine e algerine, che ha reso note anche alcune sue proposte. Come il suo provvedimento di incaricare nella lotta all’antisemitismo “un magistrato specializzato sul tema e designato dal prefetto di polizia e di un referente di zona circondato da rappresentanti scelti dalla popolazione locale incaricato di informarsi e di far presente alle istituzioni situazioni che altrimenti verrebbero ignorate”. Queste misure, stando alle sue dichiarazioni “dovranno essere presentate successivamente al consiglio di Parigi ogni tre mesi”. Determinata nel combattere, la Dati ha prontamente denunciato l’antisemitismo del suo quartiere, esortando alla “tempestività e a giocare d’anticipo prima che la situazione esploda da un momento all’altro”.

La lettera a “Le Figaro” dell’ex premier francese Valls

Molto deciso anche l’ex Primo Ministro Manuel Valls, che lo scorso 3 marzo ha scritto una lunga e intensa dichiarazione pubblicata su Le Figaro dove si è incondizionatamente schierato a favore degli ebrei. Noto per le sue posizioni filosemite anche in passato, citando grandi intellettuali come lo scrittore Zola, celebre per la sua difesa dell’ufficiale ebreo alsaziano Dreyfus, Valls ha elogiato come esempio la sua “argomentazione solida e coerente contro l’antisemitismo moderno e populista”. Egli ha poi evidenziato come il pregiudizio dell’ebreo “assimilato ai soldi e al potere” è assolutamente trasversale e “oltrepassa il divario fra sinistra e destra fin dal secolo scorso.

L’antico antisemitismo ecclesiastico del passato è stato sostituito – ha proseguito – da un moderno antigiudaismo e dall’astio contro Israele. Citando Zola e il presidente del Congresso ebraico mondiale Roland Lauder e l’interrogativo da lui posto “Chi si alza oggi in difesa degli ebrei nella Francia e nella Germania odierna?”, egli risponde “purtroppo gli atti antisemiti si stanno verificando dappertutto sia in Europa che negli Usa e sono generati da vari estremismi, dalla sinistra alla destra, al fondamentalismo islamico e la comicità di Dieudonnè e le odiose scritte al Carnevale Belga ne sono piena espressione”.

Valls nel suo intervento ha denunciato anche l’antisemitismo delle periferie parigine mascherato sotto le bandiere populiste dei gilets gialli e dalla critica anticapitalista che poi sfocia in attacchi ai soliti “ebrei che dominano il mondo coi loro soldi”. Oggetto del suo attacco anche leader politici come l’inglese Corbyn, Jean Luc Melenchon e il partito spagnolo Podemos e le loro prese di posizione anti israeliane. L’antisionismo come “paravento dell’antisemitismo” e la lotta incontrastata a tutte le forme di odio antiebraico, fra i concetti principali espressi da Valls pensando ai terribili casi di passività governativa negli omicidi di Ilan e Sarah Halimi e ai massicci esodi verso Israele di numerosi ebrei francesi a causa dell’antisemitismo francese degli ultimi anni.

“L’antisemitismo o il negazionismo non riguardano solo gli ebrei ma tutti noi e la Francia senza gli ebrei non è più lo stesso Paese – ha concluso -: dobbiamo impegnarci in una lotta lunga e complessa a vari livelli, dalla società, alla scuola, alla giustizia in una battaglia culturale e civile che dobbiamo assolutamente vincere.”