Gli intellettuali francsei firmatari della lettar che chiede giustizia sul caso Sarah Halimi

Emergenza Francia: a due mesi dall’assassinio di Sarah Halimi, gli intellettuali reclamano la verità, contro la cecità della politica

Mondo

di Roberto Zadik

Gli intellettuali francsei firmatari della lettar che chiede giustizia sul caso Sarah HalimiLo scorso 4 aprile, una donna ebrea francese, Sarah Halimi è stata defenestrata da un vicino dopo una lite per futili motivi segnando l’ennesimo e gravissimo episodio di violenza antisemita in una Francia insanguinata negli ultimi due anni come non lo era mai stata prima da vari massacri e attentati.

Nei giorni scorsi le reazioni a questa spirale di violenze che negli ultimi tempi ha colpito soprattutto Parigi  non sono mancate e a questo proposito il sito Times of Israel ha recentemente pubblicato la toccante lettera al Ministro dell’Interno Francese Gerard Collomb da parte della blogger e filosofa Alexandra Laignel Lavastine. Sul caso Halimi si sono pronunciati una serie di opinionisti e intellettuali francesi, fra cui (da sinistra nella foto) Alain Finkielkraut, giornalista e opinionista di origine ebreo polacca, lo scrittore e filosofo Michael Onfray autore del dissacrante “Trattato di ateologia”, Jacques Julliard, giornalista e scrittore 84enne, Elisabeth Badinter intellettuale femminista, e il pensatore e docente Marcel Gauchet. Insieme a 12 altri personaggi di spicco, che hanno pubblicato un testo sul celebre quotidiano Le Figaro chiedendo a gran voce che “venga detta la verità” sul caso Halimi che ha sconvolto il Paese due mesi fa.

La lettera

“La donna di 65 anni, pensionata e madre di tre figli era stata torturata e uccisa in piena campagna elettorale. Colpevole solo di essere ebrea “era stata defenestrata” hanno ricordato gli intellettuali nel loro editoriale “al grido Allah Akhbar” .

Il 4 aprile non è stato l’unico episodio hanno fatto sapere Finkielkraut e gli altri. Lo scorso 25 marzo, dieci giorni prima, un camion aveva sradicato una decina di tombe ebraiche nel cimitero di Pantin e una serie di siti ebraici avevano gridato allo scandalo anche se tutti dicevano che “si fosse trattato di un semplice incidente” come ha spiegato la saggista Celine Pina. “Il 4 aprile, una decina di giorni dopo apprendiamo della morte di questa donna e questo è accaduto in un momento di dubbio e paura che vincesse il Fronte Nazionale e la Destra.” ha ricordato la saggista “temevamo che questo portasse voti ma dovevamo forse rinunciare per paura a denunciare questo episodio?”.

Sarah Halimi
Sarah Halimi

In tema di interventi, la lettera della Lavastine ha ricostruito la vicenda di Sarah Halimi, una dottoressa che viveva in un modesto appartamento e che è stata attaccata con “incredibile violenza” e varie fratture alla faccia e al corpo e poi buttata dalla finestra del terzo piano. “Né i vicini né la polizia hanno fatto niente per impedire questa tragedia e i media non hanno raccontato quest’omicidio” ha ricordato indignata la donna. “Questa scena non è avvenuta ai tempi del nazismo ma oggi nel 2017 in un piccolo stabile vicino a quel Bataclan dove un islamico ha ucciso più di 100 francesi”.

La lettera con estrema indignazione e amarezza fa sapere che un altro atto di violenza è avvenuto sempre nel silenzio dei media e nell’inerzia istituzionale. Ad esempio una donna anziana era stata aggredita, sempre fra aprile e maggio da un ragazzo 27enne originario del Mali e con molti precedenti per droga e reati var,i ma nessuno sembra aver reagito più di tanto. La  missiva sottolinea come “qui in Francia viviamo in un clima di estrema decadenza con comici come Dieudonne cha ha paragonato gli ebrei ai cani facendo scoppiare dal ridere il pubblico. La violenza viene dall’Islam e si è trasformata in Giudeo-fobia con una situazione paradossale sottolineata anche dall’avvocato della famiglia Halimi: se l’assassino di Sarah fosse stato biondo con gli occhi azzurri, tutti sarebbero scesi in piazza, diversamente da quanto sta avvenendo con un silenzio imbarazzante visto che è di origine islamica. L’assassino è stato arrestato mentre recitava le sure del Corano chiamandola “Satana” mentre la vittima giaceva inerte sul pavimento.

C’è ancora chi dice come per Nizza che si tratti di un folle, ma questa negazione di verità è impressionante e lo sono anche definizioni morbide come anche nel caso di Ilan Halimi dove dopo 23 giorni di torture e rapimento la stampa definì i suoi assassini come una Gang di barbari”. La lettera prosegue molto intensa  e risentita anche verso la Polizia francese e la Corte di Giustizia Criminale che si ostinano a non ammettere l’antisemitismo come fattore scatenante di questi fatti e che dimostra pienamente il fallimento della società francese che si professa da anni democratica e multiculturale.

La filosofa ha citato vari avvenimenti, dalla strage a Nizza o davanti alla scuola ebraica di Tolosa ma anche non contro ebrei, come il Bataclan e Charlie Hebdo, denunciando debolezza e indifferenza da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica francese e l’odio crescente degli estremisti islamici non solo verso il mondo ebraico ma anche a danno della società francese laica e secolarizzata.

“Spero tanto” conclude la lettera che “la situazione cambi e che la Francia si svegli e che non idealizzi più l’odio anti-ebraico che inquina le menti dei francesi musulmani. E che vicende come quella dello storico Georges Bensoussan autore di Una Francia Sottomessa, saggio del 2017 accusato e processato per incitamento all’odio razziale non si ripetano più. Siamo arrivati all’assurdo, negando l’evidenza e credendo che essa non sia vera e che gli stereotipi antisemiti sono molto più radicati di quanto pensavamo da parte di tre categorie come i sostenitori del Fronte Nazionale, l’estrema sinistra e i musulmani. Le nostre spalle portano pesanti fardelli, Ministro, ed è in ballo non solo la Sua reputazione ma anche quella della Francia”.