di Pietro Baragiola
La decisione è stata comunicata dopo che un’organizzazione israeliana di donazione dei reni ha presentato la richiesta di essere inserita per un evento con oltre 2.000 donatori israeliani il mese prossimo. “L’umanità dovrebbe essere al di sopra di ogni confine o conflitto” la reazione dei richiedenti. Al momento nessun commento dalla giuria del premio.
In questi giorni l’organizzazione no profit israeliana Matnat Chaim, da anni punto di riferimento nel Paese nella donazione di reni, si è vista respingere la propria candidatura nei celebri Guinness World Records.
La motivazione, comunicata da un portavoce della giuria, è legata ad una nuova politica interna istituita dal libro dei record a partire dal novembre 2023 con lo scoppio della guerra a Gaza: “non accettiamo proposte di primati provenienti da Israele o dai Territori Palestinesi.” Una scelta che, inevitabilmente, ha scatenato polemiche e diverse reazioni indignate.
Il record respinto
È dal 2009 che Matnat Chaim agevola l’incontro tra donatori volontari e pazienti in attesa di un trapianto. Negli ultimi giorni però l’ente benefico sta preparando un evento mai visto prima d’ora: oltre 2.000 donatori israeliani si riuniranno al Jerusalem International Convention Center il mese prossimo per raccontare la loro storia e parlare della loro donazione. Un numero mai raggiunto prima e potenzialmente idoneo per entrare ufficialmente nello storico libro dei record.
I responsabili di Matnat Chaim hanno quindi presentato una richiesta formale alla giuria dei Guinness World Records per valutare il primato ma, con grande stupore di tutti, la domanda è stata subito respinta.
“Siamo consapevoli della delicatezza del momento e crediamo nel superamento dei record per tutti, ovunque. Ma a causa del contesto attuale non stiamo generalmente processando richieste provenienti dai Territori Palestinesi o da Israele, né quelle che indicano uno di questi come luogo del primato” spiega la giuria nella lettera di rifiuto.

Questa risposta è stata accolta con amarezza dai membri di Matnat Chaim che hanno commentato il rifiuto in un lungo messaggio pubblicato sulla pagina Facebook dell’ente benefico. “Ci rammarichiamo profondamente per la scelta di coinvolgere al politica in un’iniziativa puramente volta a salvare vite umane” scrive l’organizzazione. “L’umanità dovrebbe essere al di sopra di ogni confine o conflitto.”
Matnat Chaim ha poi ricordato che se il primato fosse stato raggiunto non avrebbe rappresentato solamente un riconoscimento simbolico ma il coronamento di una lunga attività di volontariato che ha cambiato la vita di migliaia di persone.
“La verità è che nessun libro dei record può davvero contenere la grandezza dei nostri donatori. Il nostro vero primato si misura con i 2.000 uomini, donne e bambini che si sono alzati dai letti di ospedale e sono tornati alla vita di tutti i giorni. Si misura con le famiglie che hanno riavuto i loro cari.”
Nel messaggio, inoltre, i responsabili dell’ente hanno ribadito che l’evento di Gerusalemme si svolgerà come previsto, affermando che i loro meravigliosi donatori sono inseriti “nel libro della vita” e che loro si riuniranno “nel nome di Dio per continuare le attività benefiche in quanto ci sono ancora molte vite da salvare”.
La vicenda ha suscitato anche una risposta immediata da parte delle istituzioni israeliane. Il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar ha commentato la politica dei Guinness World Records in un post pubblicato sul suo profilo X, definendola “imperdonabile” e affermando che “gli israeliani si aspettano e chiedono che questa decisione venga annullata.”
Al momento la giuria dei Guinness World Records non ha fornito ulteriori commenti se non la conferma che la policy è soggetta ad una revisione su base mensile.
“Stiamo monitorando attentamente la situazione e speriamo di poter ricevere presto nuove richieste” conclude la giuria nella loro lettera.
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