L'interno di una sinagoga a città del Messico

Città del Messico: inaugurato un nuovo Centro di Documentazione Ebraica

Mondo

di Nathan Greppi
Il 19 settembre 1985, Città del Messico fu scossa da un violento terremoto, che oltre a uccidere migliaia di persone distrusse due quartieri ebraici, Roma e Condesa, e con essi gli archivi della comunità askenazita locale.

Tuttavia, questa settimana quegli archivi verranno riaperti grazie agli innumerevoli sforzi di Alicia Gojman de Backal, docente di storia all’Università nazionale autonoma del Messico, che sin dai primi anni ’90 si è sforzata per restaurare gli archivi e trasmettere la storia degli ebrei askenaziti in Messico. A tal fine aveva pubblicato già nel 1993 Generazioni di Ebrei in Messico, un’enciclopedia in sette volumi.

Secondo Tablet Magazine, il nuovo centro di documentazione ebraica, che avrà sede nella Sinagoga Rodfe Sedek, contiene manifesti sia antisemiti che antifascisti degli anni ’30, manoscritti originali del poeta di lingua Yiddish Jacobo Glanz, e la prima edizione di Città di palazzi, uno dei primi libri in Yiddish pubblicati in Messico, contenente poesie di Isaac Berliner e illustrazioni di Diego Rivera. Ma gli archivi non includono solo materiale relativo agli ashkenaziti: infatti, essi renderanno omaggio anche a 100 anni di storia degli ebrei emigrati da Siria, Turchia, Marocco, Iraq e dai Balcani.

Il nuovo centro avrà una biblioteca di 16.000 libri in numerose lingue: spagnolo, arabo, francese, ebraico, ungherese, yiddish, ladino, inglese, lituano, polacco e russo, molti dei quali sono stati recuperati dalle forze alleate durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci saranno inoltre 1.500 quotidiano da ogni parte del mondo, una collezione di foto che documentano la vita quotidiana degli ebrei in Messico, e copie originali dei primi giornali in yiddish nella capitale messicana. E infine, cosa più importante, gli archivi saranno situati in stanze a prova di terremoto.

Secondo i responsabili del progetto, il centro di documentazione serve a mettere al sicuro una volta per tutte i documenti della comunità ebraica; ciò è diventato ancora più urgente dopo che, l’anno scorso, un nuovo terremoto di magnitudo 7,1 colpì la città il 19 settembre, la stessa data di quello del 1985 (che invece era di magnitudo 8,1).

Uno dei più importanti documenti conservati nel centro fu donato dalla Comunità Monte Sinai, che rappresenta i discendenti degli ebrei emigrati da Damasco. Il documento in questione racconta la storia della prima organizzazione ebraica locale, fondata nel 1912, che riuniva ebrei venuti da Balcani, Europa dell’Est, Libia e Siria, che unirono le forze per acquistare un appezzamento di terreno dove far sorgere un cimitero. Da allora, tuttavia, le varie comunità si sono divise a seconda del luogo d’origine.

Gli ebrei a Città del Messico

Oggi a Città del Messico ci sono molte sinagoghe, centri e scuole ebraiche suddivise a seconda della provenienza (Siria, Europa Orientale o Stati Uniti). Per le comunità Monte Sinai e Magen David, rispettivamente di Damasco e Aleppo, la genealogia è talmente importante che hanno sviluppato dei programmi speciali per dimostrare che ogni loro membro ha origini siriane che risalgono ad 4-5 generazioni prima.