Europa/ Circoncisione vietata per legge?

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di Ruth Migliara

BERLINO Secondo un’interpretazione rigida dell’articolo 223 del codice penale tedesco, la circoncisione sarebbe una mutilazione corporale.

Il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) ha aperto il dibattito, chiedendosi se la milà rituale praticata da ebrei e mussulmani a scopi religiosi, sia accettabile in uno Stato di diritto, i cui valori siano contrari agli attacchi all’ integrità del corpo umano, tanto più se praticati su minori.

La comunità ebraica tedesca risponde con decisione.

Stephan Kramer, Segretario Generale del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, ha parlato di “tentativi di criminalizzare” un precetto millenario che tutela identità e libertà religiose.

Il rabbino Julian Chaim Soussan di Düsseldorf difende la Milà come ”l’ ultimo bastione dell’autodeterminazione ebraica” e prosegue affermando che: «Da millenni decidiamo noi da soli quali siano gli elementi costitutivi dell’ ebraismo, dell’ identità ebraica. Ci opponiamo a questi difensori della legge che vogliono oscurare la nostra identità a vantaggio di un’ idea di società in cui decide solo la maggioranza».

Queste alcune tra le opinioni riportate da Repubblica in un articolo dell’ 8 febbraio.

Per chiarire i termini della discussione abbiamo voluto sondare il parere di alcuni medici membri della Comunità ebraica di Milano.

Giorgio Mortara, Presidente dell’A.M.E. (Associazione Medica Ebraica Italia), ci spiega che, secondo una delibera del 1999, il Comitato nazionale per la bioetica italiano non considera la Milà una mutilazione sessuale.

Riprendendo un parere espresso dal comitato l’anno precedente, risulta che la circoncisione appaia in sé pienamente compatibile con l’art.19 della Costituzione italiana, che riconosce completa libertà di espressione cultuale e rituale sia a livello individuale sia a livello collettivo.

D’altro canto, la prassi circoncisoria non sembrerebbe ledere, di per se stessa, altri valori potenzialmente coinvolti, come la tutela dei minori o la loro salute.

Non viene espresso lo stesso parere invece riguardo alla circoncisione femminile, termine che fa riferimento a varie forme di mutilazione sessuale femminile, di diversa e progressiva gravità, considerate eticamente inaccettabili.

Secondo la relazione non avrebbero alcun fondamento coranico e si può anzi presumere che le popolazioni che le praticano le derivino da culture precedenti alla loro islamizzazione.

Per quanto molto antiche e radicate queste pratiche non sembrano rivestire alcun carattere religioso, né avere alcuna giustificazione dal punto di vista igienico e sanitario.

Il Dott. Sarfatti ci chiarisce che secondo l’ organizzazione mondiale della sanità (Oms) i maschi circoncisi avrebbero minor probabilità di contrarre l’ Aids e altre malattie veneree e di come si tratti comunque di un atto medico che, in quanto tale , richiede il consenso di entrambi i genitori, e andrebbe eseguito da un medico in struttura idonea.

In questo senso l’A.M.E. sta lavorando per favorire il nascere di una certificazione che  garantisca la professionalità e la preparazione del Mohèl.

Un’altra prospettiva ci offre il Dott. Moise Levy, che sottolinea come la milà sia un’operazione usata normalmente per problemi medici e che, percentualmente, non comporti maggiori pericoli ed effetti collaterali di una normale vaccinazione. Per quanto la circoncisione effettuata chirurgicamente metta in atto precauzioni eccessive che possono aggravarne la complessità e i rischi, tuttavia non manca di consigliare almeno la presenza di un medico.

Il Dott. Levy parla del dibattito tedesco in termini che tuttavia travalicano l’ambito tecnico sanitario e vanno a toccare la sfera della responsabilità morale dell’ebreo.

La polemica divampata in Germania avrebbe origini del tutto pretestuose e prive di fondamento concreto. Deve tuttavia fare riflettere la comunità ebraica sulla necessità di perpetuare e difendere un’identità religiosa che, al di là dei fatti esteriori che comporta, sia portatrice di valori ed esempi positivi per tutta la collettività.