Barroso in difesa dei diritti religiosi nell’Ue

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Solo una settimana fa l’ennesima battaglia di uno Stato europeo contro la shechità: quella della Danimarca, che ha messo fuori legge la schechità sostenendo che “sono più importanti i diritti degli animali di quelli religiosi”.

Alla luce di questo fatto recente, sono ancora più importanti le dichiarazioni del Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, che durante un incontro a Bruxelles con i rabbini europei, ha ribadito la propria opposizione alle violazioni della libertà di religione in Europa, dichiarando che è sua intenzione organizzare un incontro speciale con i rappresentanti degli stati membri dell’Ue per discutere dei recenti eventi che hanno interessato l’ebraismo del continente.

Dal canto loro, i rabbini presenti all’incontro hanno spiegato le restrizioni che affrontano  in materia di circoncisione, i bandi sulle regole della macellazione e il crescente antisemitismo.

Barroso ha inoltre promesso che l’Ue si impegnerà maggiormente sul fronte della sicurezza delle sinagoghe e delle istituzioni ebraiche.

Quello danese è solo l’ultimo episodio di decisione nazionali che vanno contro la legge ebraica. In ottobre era stata la volta della Polonia, che aveva ugualmente bandito la macellazione secondo le legge i kasher, mentre in Norvegia è stata richiesta una legge per bandire la circoncisione non medica. Ma, soprattutto, un mese e mezzo fa l’Assemblea parlamentare del Concilio d’Europa aveva approvato una risoluzione in cui si definiva la circoncisione una “violenza fisica dei bambini secondo gli standard dei diritti umani”. Israele aveva subito scatenato la reazione di Israele, che era riuscito poi ad ottenerne la cancellazione. E se in Germania, dopo mesi di discussione sul tema – scatenata dalla definizione di un tribunale di Colonia della circoncisione come “un’interferenza seria e irreversibile dell’integrità del corpo – si è arrivati all’approvazione di una legge che permette la pratica purché effettuata da un mole certificato, nei Paesi scandinavi le richieste di un divieto della circoncisione sono in crescita.