Francia, Germania, Egitto e Giordania avvertono Israele. “Gravi conseguenze se ci sarà l’annessione”

di Paolo Castellano

Importanti membri dell’Unione Europea come Francia e Germania hanno di nuovo chiesto a Israele di non approvare i piani di annessione della Giudea e della Samaria per evitare di compromettere le rispettive relazioni diplomatiche. Il rinnovato appello si è concretizzato dopo un vertice in video-conferenza tra i ministri degli Esteri di Egitto, Francia, Germania e Giordania svoltosi il il 7 luglio.

Come riporta Israel National News, la dichiarazione del quartetto insiste sul fatto che Israele manderà a monte il processo di pace con i palestinesi, se estenderà la propria sovranità su alcune parti della Cisgiordania.

«Siamo tutti d’accordo che una qualsiasi annessione dei territori palestinesi occupati del 1967 sarebbe una violazione del diritto internazionale e metterebbe in pericolo le fondamenta del processo di pace», hanno dichiarato i ministri. Ci sono le critiche ma non ancora l’annessione. Infatti, il governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva programmato di applicare la legge israeliana il 1° luglio sugli insediamenti in Giudea, Samaria e Valle del Giordano. Tuttavia, non è ancora accaduto, considerando anche che lo stato d’emergenza che Israele sta affrontando a causa del Covid-19.

Heiko Maas, ministro tedesco degli Esteri della Germania, ha detto che la sua nazione “non riconoscerà cambiamenti non concordati da entrambe le parti in conflitto sui confini del 1967”. «Siamo anche d’accordo sul fatto che un passo del genere avrebbe gravi conseguenze per la sicurezza e la stabilità della Regione e costituirebbe un grave ostacolo alle iniziative e al lavoro per raggiungere una completa e giusta pace», si afferma nella dichiarazione rilasciata dal ministro tedesco degli Esteri.

Heiko Maass ha inoltre sottolineato che l’Unione Europea potrebbe trarne le dovute conseguenze se Israele dovesse procedere all’annessione. Ciò nonostante, eventuali posizioni diplomatiche o sanzioni nei confronti di Israele potranno concretizzarsi solamente attraverso un voto unanime del blocco europeo. Questo vuol dire che le dichiarazioni di un singolo paese non rappresentano la volontà dei 27 membri dell’Unione Europea.