Walker Meghnagi: “La mia è stata una provocazione necessaria. La sinistra deve guardarsi dentro sul rapporto con gli ebrei e Israele”

Italia

di Redazione

«Per fortuna c’è Meloni e la destra che ci difende. Altrimenti torneremmo al ’38. Se al governo ci fossero Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni, a noi ebrei sparerebbero in strada. Il Pd è pieno di antisemiti». Le parole di Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano, in una intervista a La Stampa (15 agosto) accendono una polemica, l’ennesima, sul rapporto tra sinistra e Israele. Anche se per la verità, oggetto dell’intervista era una replica alle posizioni del ministro Crosetto che aveva dichiarato: “Il governo di Israele ha perso ragione e umanità. Combattere i terroristi non è più una scusa”. Parole alle quali Meghnagi aveva replicato: «È inutile dire “obblighiamo Israele a fermarsi”, come fa Crosetto. Pensa di essere il Messia?». Meghnagi aveva definito “falso” il paragone tra Ucraina e Gaza e ricordato i passati ‘no’ palestinesi alle proposte israeliane di pace. Sui numeri diffusi da Hamas delle vittime del conflitto: «Attenzione a credere alle foto e ai dati propagandati».

Ma quello che ha fatto notizia sono state le parole “a noi ebrei sparerebbero in strada. Il Pd è pieno di antisemiti”. «La mia è stata una provocazione, è chiaro! – spiega Meghnagi a Mosaico Una provocazione necessaria perché la sinistra, e in particolare il Partito Democratico, devono guardarsi dentro e riflettere sulla deriva anti-Israele, che in troppi militanti di partito sta diventando puro antisemitismo. Anche i vertici dei partiti della sinistra non hanno reagito né condannato gli episodi di antisemitismo contro ebrei in Italia, a Milano, Firenze, Varese, Venezia, Napoli, Roma. Anzi spesso hanno minimizzato e giustificato». Anche i riformisti del PD, come Pina Picierno, Filippo Sensi, Simona Malpezzi e lo stesso leader storico Piero Fassino, sono spesso oggetto di campagne denigratorie che li vorrebbe “indegni di stare a Sinistra” solo perché hanno un occhio equilibrato su Israele. 

Stefano Bonaccini, presidente nazionale del Partito Democratico, ha voluto replicare così:  “Le parole del presidente della Comunità Ebraica di Milano sono semplicemente vergognose e le respingo indignato. Segnalo a Meghnagi che sono presidente nazionale del Partito Democratico. E da presidente dell’Emilia-Romagna (di cui Schlein è stata vicepresidente) ho fatto approvare la legge regionale sulla memoria del ‘900, che in particolare sostiene e promuove progetti di memoria sulla Shoah, sulle leggi razziali e sulla lotta di Liberazione dalla follia nazifascista. Così come abbiamo contribuito ad aprire il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, a Ferrara. Così come insieme a tantissimi amministratori del Pd e del centrosinistra abbiamo promosso e sostenuto i cosiddetti ‘viaggi della memoria’ che ancora oggi, ogni anno, consentono a migliaia e migliaia di studenti di conoscere e vedere coi propri occhi cosa siano stati Auschwitz, Mathausen o Dackau”.

Una risposta che non è piaciuta a Meghnagi, in particolare per il focus sulla memoria della Shoah, che oggi – paradossalmente –  viene distorta in chiave anti-israeliana per paragonare “le vittime di allora  e i ‘carnefici’ di oggi”, proprio da parte di troppa sinistra italiana.

 

“Bonaccini ha risposto su ebrei di ieri, ma il tema è su quelli di oggi e su Israele. Basta rendere fertile il terreno dell’antisemitismo”

“La risposta del Presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, – replica Walker Meghnagi – riguardante solo la memoria degli Ebrei sterminati, ci conferma che poco o nulla può dire sulle azioni di difesa degli ebrei vivi che sono sotto attacco, in termini fisici o virtuali… Nessuno infatti ha messo in dubbio le sue azioni positive per i primi, ma il tema che ho posto e che riaffermo con nettezza attiene i secondi. Gli ebrei vivi stanno infatti vivendo un clima di continui attacchi a qualunque latitudine a seguito della campagna mediatica di Hamas a cui tanti media e politici hanno fatto troppo spesso da megafono, nonostante siano chiare e annunciate le volontà genocidarie dei jihadisti palestinesi. Essi vedono infatti gli ebrei come soggetti da colpire in quanto tali, sempre e ovunque.
Arriviamo al punto della questione che ho posto e che ripropongo, che riguarda non solo i semi del male, ma quelli dell’antisemitismo! Mentre scrivo arriva l’ennesima prova con l’esclusione di Israele dalla Fiera del Levante di Bari.

Oggi ci aspettiamo che da Sinistra arrivino controprove concrete che rendano meno fertile il terreno in cui atterrano i terribili, malati, velenosi semi dell’antisemitismo. Per gli ebrei di oggi e di domani. E per Israele. Questo è il tema e non si risponde evocando il bene per gli ebrei morti. O se lo si fa, coerenza vuole che se non si è antifascisti e antinazisti solo al passato o solo per l’area Schengen, si difenda Israele senza applicare doppi standard. Che cosa fate per gli ebrei di oggi e per Israele, entrambi sotto attacco davanti agli occhi di tutti? Vi state abituando alle aggressioni agli italiani di religione ebraica: non fate comunicati per condannare le aggressioni, non fate manifestazioni di solidarietà contro l’antisemitismo, non fate dibattiti con tema le aggressioni agli ebrei. Perché? Senza una risposta concreta a queste domande, gentile Bonaccini, le parole non bastano. L’antisemitismo si combatte nel presente e nel futuro, non solo con lo sguardo rivolto al passato”.

 

Le reazioni all’intervista a La Stampa

Alle parole forti rilasciate da Walker Meghnagi alla Stampa le reazioni non sono mancate, sia da parte del mondo politico, sia da ebrei milanesi che, pur vivendo un disagio come “ebrei di sinistra” in questo momento storico, non si riconoscono nelle parole del Presidente della Comunità ebraica di Milano.

Emanuele Fiano, ex deputato PD, affida a Facebook una dichiarazione che è anche uno sfogo personale: “Questa frase detta oggi dal Presidente della Comunità Ebraica di Milano in una intervista a La Stampa: ‘se ci fossero al governo Schlein Conte Fratoianni e Bonelli, a noi sparerebbero per strada ( aggiungendo: menomale chi ci difendono la Meloni e la destra) è folle, sbagliata, pericolosa. L’antisemitismo è una cosa seria, è in aumento, ma accusare i leader della sinistra italiana di essere potenzialmente complici del ritorno di un pericolo di morte per gli ebrei italiani, non solo non ha senso, è offensivo e costruisce muri che sarà difficile abbattere.
Io non so perché Meghnagi abbia questo amore per i post fascisti collezionisti di busti del complice degli assassini di migliaia di ebrei italiani, ma questa è una sua questione personale. È giusto discutere con la sinistra italiana su quello che succede tra israeliani e palestinesi, criticare, correggere, obiettare, ma da questo passare a definirli possibili complici di nuovi pogrom no, questo no. C’è un limite invalicabile che è il rispetto della storia, e la paura per un nuovo antisemitismo non può portare a riscriverla.
Quelle parole non mi rappresenteranno mai, sarò un uomo di sinistra sofferente per gli sbagli della mia parte, ma a me a baciare il piede dei postfascisti non mi ci troverete mai”.

 

Il disagio c’è ed è profondo: alcune voci di analisti e commentatori invitano a una riflessione che non sia sterile polemica

Massimo Chierici ha scritto su Facebook: “A proposito delle parole di Alfonso Walker Meghnagi e del Partito Democratico milanese. Qualcuno dovrebbe ricordare ad Alfonso Walker Meghnagi che, se sei il presidente della Comunità Ebraica di Milano, hai delle precise responsabilità istituzionali che prevedono il rispetto di tutte le sensibilità politiche, anche quelle che non ti hanno eletto come presidente della Comunità, anche quelle che non condividi come cittadino italiano. Qualcuno però dovrebbe ricordare ai vertici del Partito Democratico cittadino che, se sei un partito di massa, devi porti in ascolto delle diversità al tuo interno che da ANNI, come rappresentanti, iscritti ed elettori, ti segnalano che nel PD c’è un problema – grave – di storica mancata comprensione interna al partito su cosa significhi essere (parafrasando un piccolo saggio di Yehoshua) in parte o in tutto: ebreo – sionista – israeliano. Mai come in questi ultimi due anni questa storica mancata comprensione interna si è fatta sentire ‘a sinistra’, creando una spaccatura interna dolorosissima. E quel che è peggio è che è mancata una voce unica e forte contro le degenerazioni dei suoi elettori e militanti, che si sono permessi di chiedere abiure di vario genere e tipo ad ebrei di sinistra che erano (e sono) in estrema difficoltà emotiva per l’orrore che sta avvenendo in Israele, dove vivono parenti e amici. Ma non solo: non c’è stata la minima volontà di ampliare gli orizzonti sulla società israeliana, diffondere quel ‘sapere politico’ necessario per impedire agli energumeni ed energumene, più o meno elettori o militanti, di andare a vessare le persone in maniera insensata e crudele”.

E ancora Barbara Mori:  “Invece di scandalizzarsi, a sinistra ci dovremmo chiedere come mai la maggior parte degli ebrei italiani oggi si senta più tutelata dalla destra che dalla sinistra. Da due anni vado dicendo che, sull’onda di un’isteria collettiva, tra ambiguità, silenzi e distinguo, il rischio di consegnare la lotta all’antisemitismo alla destra era concreto. E questi sono i risultati.
Per quanto ne so Walker Megnhagi, che ha perso una nipote di 23 anni il 7 ottobre straziata da quelli che molti a sinistra chiamano partigiani, sebbene con termini scioccanti che poteva scegliere meglio, ha espresso né più né meno il sentire di gran parte degli ebrei.
Basta parlare con loro, o leggere cosa scrivono. Fatelo anche voi se non ci credete, confrontatevi con loro anziché fare le vergini offese e cantarvela e suonarvela tra voi.
Del resto, le esternazioni delle sinistre fanno orrore pure a me, che ebrea non sono: Fratoianni che non disdegnerebbe di bombardare Israele; D’Alema che non considera terroristi ma movimenti politici Hamas ed Hezbollah (così come i Talebani), in virtù del vasto consenso popolare di cui godono; Conte e i 5 stelle che invitano alla Camera quel personaggio inquietante a ripetere come un mantra che i padroni di Gaza non sono assassini ma democratici filantropi che hanno costruito “scuole e ospedali”.
Lascia basiti una sinistra che apre i cortei del 25 Aprile con gli eredi della Legione Araba alleati dei nazisti ed allontana la Brigata Ebraica, che invece i nazisti li combatté al fianco dei nostri partigiani. Non sono dettagli folkloristici, sono campanelli d’allarme”.