Miko Peled con Jeremy Corbyn

L’Università Statale revoca l’incontro con Miko Peled, l’israeliano antisionista e difensore del negazionismo della Shoah

Italia

di Redazione
Dopo la pubblicazione, l’8 ottobre, su Mosaico di una lettera del Consiglio della Comunità ebraica di Milano al rettore dell’Università Statale di Milano, l’evento in programma il 9 ottobre con Miko Peled è stato annullato. Lo riferisce a Mosaico la responsabile della comunicazione istituzionale e digitale dell’Ateneo Anna Cavagna.

“L’evento in oggetto, per un disguido organizzativo, di cui la Statale si assume la responsabilità, è stato autorizzato senza la preliminare valutazione da parte dei docenti di riferimento – si legge in una nota redatta dal Presidente del Comitato di direzione della Facoltà di scienze politiche, economiche e sociali dell’Università Statale di Milano, professoressa Angela Lupone, agli organizzatori dellaLista Studenti Indipendenti Scienze politiche -. Domani è il giorno del Yom Kippur: pur ribadendo la natura di questo ateneo quale spazio libero e aperto al confronto delle opinioni, si è deciso di sospendere l’incontro. La decisione è stata assunta in segno di considerazione per la sensibilità della Comunità Ebraica, e per ribadire, nei confronti della comunità studentesca, la contrarietà ad ogni iniziativa che possa essere strumentalizzata per indebolire le ragioni del dialogo e del rispetto reciproco”.

Chi è Miko Peled, l’israeliano antisionista (e difensore nel negazionismo della Shoah)

Miko Peled è un israeliano nato da una famiglia sionista, figlio di un generale dell’esercito, noto per le sue posizioni profondamente critiche nei confronti di Israele – non solo della sua politica, ma anche della sua stessa esistenza, tanto da chiamare alla sua distruzione – e sostenitore della causa palestinese, nonché grande oppositore al Muro di separazione.

Il suo estremismo contro Israele fa sì che venga molto spesso invitato ad eventi anti-sionisti da organizzazioni filo-palestinesi dichiaratamente anti israeliane e non pacifiste.

Nel settembre del 2017 a Brighton, a una riunione del Labour Party guidato dall’amico Jeremy Corbyn (noto per le sue posizioni anti-israeliane e filopalestinesi e al centro delle polemiche per l’antisemitismo all’interno del suo partito) dichiarò: “Questo riguarda la libertà di parola, la libertà di criticare e di discutere ogni argomento, sia che si tratti dell’Olocausto: sì o no, la Palestina, la liberazione, l’intero spettro. Non dovrebbero esserci limiti alla discussione”. Nella stessa sede ha inoltre proseguito il confronto tra sionisti e nazisti e sionisti e razzisti dell’apartheid in Sudafrica. 

Inoltre, nel novembre dello stesso anno, all’University College London, si è lamentato della “caccia alle streghe contro antisemiti e negazionisti dell’Olocausto” negli ultimi due anni e si è complimentato con la “chiara leadership” di Jeremy Corbyn di Labour commentando che Corbyn aveva “messo da parte questa assurdità sulla negazione dell’Olocausto e questa assurdità sull’antisemitismo”.

Fra le sue dichiarazioni più note: “Gli ebrei hanno la reputazione di squallidi ladri”, “Israele ha fatto della sua missione la distruzione il popolo palestinese per sei decenni”. Inoltre, secondo Peled, le azioni di Israele nella guerra dei sei giorni non furono una risposta a reali minacce (nonostante le dichiarazioni esplicite di Nasser), ma atti brutali di aggressione. Ha anche dichiarato “ogni singola città israeliana è un insediamento” e che “esprimere solidarietà ai palestinesi è la cosa più importante che le persone possano fare”.