di Redazione
Martedì 18 novembre è stato dedicato a Roma, nel Parco della Resistenza dell’8 settembre, a Porta San Paolo, un viale a Enzo Sereni, ebreo antifascista e leader sionista, assassinato proprio il 18 novembre a Dachau dai nazisti.
Nato a Roma nel 1905, Sereni fece aliyà nel 1927 nella Palestina sotto Mandato Britannico e fu tra i fondatori del Kibbutz Givat Brenner. Tornò in Europa fra il 1931 e il 1934, per poi essere paracadutato il 15 maggio nell’Italia settentrionale sotto il falso nome di Samuel Barda ma fu catturato immediatamente a Maggiano di Lucca. Condotto a Verona, fu torturato e rinchiuso nelle celle ricavate nei sotterranei del palazzo dell’INA, diventato sede del SD (il servizio segreto delle SS). Fu trasferito al campo di transito di Bolzano il 25 agosto 1944 e detenuto nel blocco E, recintato col filo spinato perché riservato ai prigionieri politici considerati più pericolosi, come riportato da Vittore Bocchetta in 1940-1945 Quinquennio Infame, Verona, Edizioni Gielle, 1991. Fu quindi deportato a Dachau il 5 ottobre 1944 dove fu sottoposto a uno speciale regime di rigore. Immatricolato a Dachau con il nome Shmuel Barda e con il numero 113160, Sereni fu condotto il 17 novembre 1944 in una cella speciale di punizione per essere interrogato e fucilato il 18 novembre 1944.
«Questo è il tempo di recuperare la visione di Enzo Sereni: per questo paese e per quello in cui ha scelto di vivere» ha dichiarato all’evento di inaugurazione del viale lo psicoanalista e docente universitario David Meghnagi, che ha proposto il riconoscimento.
Erano presenti alla cerimonia Alessandra Sermoneta, vicepresidente del Municipio Roma I, Anna Sereni, nipote di Enzo, Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura di Roma Capitalel’ambasciatore israeliano, Jonathan Peled, il rabbino capo della città, Riccardo Di Segni, il vicepresidente della Comunità ebraica romana, Alessandro Luzon, l’assessore Ucei alla Comunicazione, Davide Jona Falco.





