Da sinistra Claudia Milani, Marco Rolando, Roberta Ascarelli e Francesco Mosca.

Amicizia Ebraico-Cristiana: Roberta Ascarelli la nuova presidente

Italia

di Nathan Greppi
Questo cambio di guardia avviene in un momento storico importante: non solo per le tensioni che si sono create negli ultimi due anni, ma anche perché quest’anno ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate, con la quale nel 1965 la Chiesa ha messo fine all’accusa di deicidio rivolta agli ebrei. (Da sinistra Claudia Milani, Marco Rolando, Roberta Ascarelli e Francesco Mosca).


Domenica 7 dicembre, si sono tenute le elezioni per la presidenza e il direttivo della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane in Italia (FEDERAEC). Le elezioni si sono tenute in occasione dei Colloqui di Camaldoli, evento che ogni anno raduna esperti di dialogo interreligioso per incontri e dibattiti nel Monastero di Camaldoli, in provincia di Arezzo.

Le elezioni

Le recenti elezioni sono arrivate in seguito alle dimissioni di Marco Cassuto Morselli, che è stato presidente della FEDERAEC per circa un ventennio. Al suo posto, è stata eletta Roberta Ascarelli, docente di lingua e letteratura tedesca all’Università di Siena ed esperta di letteratura ebraica, che in passato ha anche scritto per Mosaico.

Questo cambio di guardia avviene in un momento storico importante: non solo per le tensioni che si sono create negli ultimi due anni, ma anche perché quest’anno ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione Nostra Aetate, con la quale nel 1965 la Chiesa ha messo fine all’accusa di deicidio rivolta agli ebrei.

Ascarelli: “Riorganizzeremo le attività, che stanno soffrendo della situazione internazionale”

In una breve intervista che ci ha concesso subito dopo la sua elezione, la Ascarelli ci spiega che il nuovo direttivo ha “il compito di cercare di riorganizzare le attività di amicizia ebraico-cristiana, che stanno soffrendo moltissimo della situazione internazionale”. Per questo, “vanno lanciate nuove attività, combattendo l’antisemitismo in tutti i modi possibili”.

Per quanto riguarda la situazione creatasi a causa della guerra tra Israele e Hamas, racconta che “se all’inizio c’è stato un fervore di iniziative dopo il 7 ottobre, anche per dimostrare solidarietà nei confronti d’Israele, in seguito è subentrato un problema di paura e timore, di chi si sentiva minacciato a livello locale”. Un timore che, a seconda dei casi, “in parte è comprensibile, ma in parte non era giustificato”.

Un altro problema che il nuovo direttivo si appresta ad affrontare riguarda la frammentazione dei vari circoli delle Amicizie Ebraico-Cristiane, “perché sono una serie di associazioni locali, ognuna con uno statuto proprio. Questo, invece, è il momento per creare una rete più solida tra le varie realtà, in cui ognuno sa che cosa fa l’altro e si possano ripetere le stesse attività in luoghi diversi. Occorre cercare nuovi temi, perché non degeneri tutto nel dibattito politico sull’attualità”, dice la Ascarelli.

Sia per la frammentazione che per la situazione post-7 ottobre, non tutti i circoli sono ugualmente attivi. “Roma e Torino sono le realtà più vivaci, ma molte altre è da quasi due anni che non fanno attività, perché i soci temono di incontrarsi e di discutere. Noi, invece, vorremmo organizzare più presentazioni di libri legati alle tradizioni e alla Nostra Aetate, che appartengono ad un bagaglio culturale che non è strettamente legato a quello che succede in Medio Oriente. Vogliamo far superare la paura di incontrarsi, discutendo di temi condivisi”.