Una maggioranza troppo esigua per la Legge Stato-Nazione

Israele

di Yitzchak Dees

Continua il dibattito sulla legge Stato-Nazione varata dalla Knesset il 19 luglio. Un nuovo intervento dopo quelli di Giorgio Sacerdoti , Stefano Levi Della Torre, Alberto Corcos

Nel suo  articolo su Mosaico, Giorgio Sacerdoti caratterizza la nuova legge dello Stato nazionale israeliano come “Una legge importante” e afferma che non vi è nulla di eccessivo o radicale. Innanzitutto, afferma che gran parte della Legge dello Stato-Nazione si limita a riaffermare le leggi precedenti che hanno già radici profonde nei 70 anni di Israele come Paese. Secondariamente, la Legge dello Stato nazionale non è dissimile dalle clausole costituzionali che possono essere trovate in alcuni Stati europei. Anche se non vi è nulla nell’articolo di Sacerdoti che sia effettivamente errato, l’articolo non tratta alcune considerazioni molto importanti.

Innanzitutto, la stragrande maggioranza degli ebrei e dei leader ebrei nella diaspora sono contro questa legge. Sono giustamente preoccupati di come essa possa essere usata e che sarà usata come arma dai nostri nemici e che il suo silenzio sull’uguaglianza sia in contrasto con i valori degli ebrei della diaspora che sostengono e si battono per l’uguaglianza nei loro paesi d’origine.
In secondo luogo, solo 62 su 120 membri della Knesset hanno votato per la Legge dello Stato nazionale. Una maggioranza così esigua e da un solo lato dello spettro politico indica che la legge non è un’espressione della volontà collettiva del popolo ebraico. Questo, a sua volta, mette in discussione la sua legittimità se non anche la sua moralità.

Come ha giustamente notato Sacerdoti, gran parte della Legge dello Stato-Nazione è già legge, quindi perché la necessità di un’altra legge e perché ora? Dopotutto, negli ultimi 70 anni gli israeliani non hanno avuto bisogno di una legge per dire loro chi fossero e quale fosse il loro scopo: era evidente. Apparentemente, questa non è più la situazione. Un numero significativo di israeliani sta iniziando a sentirsi insicuro della propria identità e insicuro del proprio scopo e spera che la Legge dello Stato-Nazione risolverà il problema.
Tuttavia, le leggi che passano grazie ad una maggioranza esigua e da un solo lato dello spettro politico non ci dicono chi siamo né ci fanno sentire sicuri. Al contrario, ci ricordano che sulle questioni esistenziali e morali siamo un popolo molto diviso. La decisione di andare avanti con una Legge dello Stato-Nazione che non godesse di un ampio appoggio politico interno né di quello degli ebrei della diaspora è stato un grave errore. Non solo la legge non è riuscita a risolvere il conflitto interno al nostro popolo, ma ha inutilmente approfondito la divisione costringendoci a prendere posizione tra le parti e ad accusare l’altra parte di tradimento. Questo avrebbe potuto e dovuto essere evitato.