Trovati i corpi dei tre ragazzi rapiti. E’ lutto in Israele

Israele

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Eyal, Naftali e Gilad sono morti. I loro corpi sono stati trovati oggi, lunedì 30 giugno, a nord della città di Halul, vicino Hebron, non molto lontano dal luogo in cui erano stati visti l’ultima volta. A quanto sembra dalle prime notizie, i tre ragazzi sarebbero stati uccisi subito dopo il rapimento.

La prima notizia arriva via Twitter, tramite l’account della tv al Arabiya, e poco dopo arriva la conferma dalle autorità israeliane, il cui governo ha indetto una riunione d’emergenza, attualmente in corso. Al momento – riferisce intanto il portavoce dell’esercito israeliano – sono ancora ricercati i due militanti di Hamas che Israele considera responsabili del rapimento e i soldati hanno fatto irruzione nelle loro case.

Le reazioni
La ministra degli Esteri italiana, Federica Mogherini, ha espresso il suo «grandissimo dolore». «Apprendiamo con immenso dolore del brutale assassinio dei tre giovani ragazzi rapiti 18 giorni fa da un commando di terroristi» riferisce all’Adnkronos Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, che al momento si trova proprio in Israele.

Rav Prof. Giuseppe Laras, Presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, ha commentato: “Quello che molti purtroppo si aspettavano si è verificato. Le tre giovani vite di Eyal Yifrach, Gilad Shaar e Naftali Fraenkel sono state crudelmente strappate alle loro famiglie senza pietà alcuna, con barbara violenza e viltà. Il Popolo di Israele possiede un patrimonio etico e religioso che nei suoi presupposti ideali addita da sempre la via privilegiata del dialogo, della convivenza e dell’incontro, specie laddove appaiono difficilissimi e improbabili da realizzarsi.

Secondo i Maestri di Israele, coloro che studiano la Torah aumentano e diffondono la pace nel mondo. È quindi particolarmente doloroso e paradossale constatare come questi tre giovani studiosi di Torah, prima ancora che avessero occasione di affacciarsi alla vita adulta e di offrire il loro particolare contributo a Israele e agli altri loro fratelli umani, siano stati coinvolti in un desiderio di distruzione e di morte.

L’esigenza della difesa del diritto alla vita dei cittadini di Israele, come pure purtroppo recentemente si è visto anche degli ebrei delle Comunità di Europa, è un obbligo morale non negoziabile. E tutti, ebrei e non ebrei, anche avversari, dovrebbero avvertire il dovere morale di arrestare l’assommarsi di violenza a violenza e la profanazione continua dell’unica immagine di Dio che ci è dato scorgere: l’altro essere umano”.

Tra gli altri, anche Roberto Cenati, presidente dell’ANPI Provinciale di Milano, ha scritto alla Comunità ebraica: “Esprimo il mio profondo cordoglio per la tragica fine dei tre giovanissimi ragazzi israeliani sequestrati il 12 giugno scorso e brutalmente uccisi da un gruppo di terroristi. Sono sicuro che non potrà prevalere chi vuole infrangere, attraverso il terrore, le più elementari regole della democrazia e del rispetto della vita umana. In questo difficilissimo momento vi sono particolarmente vicino”.