di Anna Balestrieri (Gerusalemme)
Tomer-Yerushalmi ha ammesso di avere autorizzato la fuga del video, dichiarando di averlo fatto “per contrastare la propaganda diffamatoria contro le autorità legali dell’esercito”. La pubblicazione di materiale probatorio coperto da segreto istruttorio ha però aperto una nuova indagine penale nei suoi confronti, aggravata dal sospetto che abbia cercato di cancellare prove — tra cui il proprio telefono cellulare, presumibilmente gettato in mare.
Yifat Tomer-Yerushalmi, ex procuratrice generale militare dell’IDF, è stata arrestata e posta in custodia cautelare con l’accusa di ostruzione alla giustizia, frode, abuso d’ufficio e violazione della fiducia pubblica.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel (3 novembre 2025), l’arresto è collegato alla diffusione di un video riservato proveniente dalle telecamere di sicurezza della struttura di detenzione militare di Sde Teiman, nel Negev, dove nel luglio 2024 un detenuto palestinese era stato gravemente picchiato da riservisti israeliani.
Il filmato, trasmesso nell’agosto 2024 da Channel 12, mostrava l’aggressione del detenuto e aveva alimentato accuse di abusi sistematici contro prigionieri palestinesi. Tuttavia, si tratta di un caso ancora al vaglio della magistratura militare e civile, in cui diversi soldati sono tuttora sotto processo.
Tomer-Yerushalmi ha ammesso di avere autorizzato la fuga del video, dichiarando di averlo fatto “per contrastare la propaganda diffamatoria contro le autorità legali dell’esercito”. La pubblicazione di materiale probatorio coperto da segreto istruttorio ha però aperto una nuova indagine penale nei suoi confronti, aggravata dal sospetto che abbia cercato di cancellare prove — tra cui il proprio telefono cellulare, presumibilmente gettato in mare.
L’ex procuratrice è stata portata davanti al tribunale di Tel Aviv il 3 novembre, che ha prorogato la sua detenzione di tre giorni “per rischio di ulteriori tentativi di ostruzione della giustizia”. Il procedimento riguarda anche l’ex capo della procura militare, colonnello Matan Solomesh, arrestato insieme a lei nella notte tra domenica e lunedì e la cui detenzione è stata estesa fino a mercoledì.
Secondo un rappresentante della polizia, al momento vi sono cinque sospetti e sette persone già interrogate nell’ambito dell’inchiesta. Le autorità israeliane hanno inoltre confermato che il detenuto palestinese protagonista del video è stato rilasciato nella Striscia di Gaza nell’ottobre 2025, senza che fosse stato ascoltato come testimone.
Il caso ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica israeliana, dividendo chi considera Tomer-Yerushalmi una “whistleblower” che ha agito in nome della trasparenza e chi la accusa di aver violato i principi fondamentali della giustizia militare. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito la fuga del video “il più grave attacco mediatico contro Israele degli ultimi anni”, sottolineando la necessità di “preservare la disciplina e l’immagine delle forze armate anche in tempo di guerra”.
La vicenda, che intreccia questioni di etica pubblica, libertà di informazione e condotta militare in tempo di conflitto, resta aperta e continua a essere oggetto di indagini giudiziarie e di un acceso dibattito politico e mediatico nel Paese.



