JD Vance in Israele: ottimismo prudente sulla tregua di Gaza 

Israele
di Anna Balestrieri (Gerusalemme) 
Il vicepresidente americano JD Vance si trova in Israele per una visita ufficiale volta a consolidare la fragile tregua raggiunta tra Israele e Hamas dopo due anni di guerra. Durante un briefing militare presso il “Civilian Military Coordination Center” di Kiryat Gat, quartier generale della nuova forza multinazionale a guida statunitense, Vance ha espresso ottimismo sulla tenuta del cessate il fuoco, pur avvertendo che esso richiede “monitoraggio e supervisione costanti” da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati.

Un fragile equilibrio diplomatico

La missione di Vance si inserisce in un intenso sforzo diplomatico dell’amministrazione Trump, che considera il cessate il fuoco il proprio più importante successo internazionale. L’accordo, raggiunto all’inizio di ottobre grazie alla mediazione di Washington, Egitto, Qatar e Turchia, ha previsto lo scambio di 20 ostaggi israeliani con circa 2.000 prigionieri palestinesi e un parziale ritiro dell’esercito israeliano da Gaza.
Tuttavia, la tregua è rimasta costantemente sotto pressione. Solo pochi giorni fa, militanti palestinesi hanno attaccato soldati israeliani a Rafah, provocando due vittime tra i soldati dell’IDF) e spingendo Israele a rispondere con raid aerei che hanno causato decine di morti tra i palestinesi.

Il centro di comando di Kiryat Gat

Appena arrivato nel Paese, Vance si è recato al quartier generale del comando congiunto americano, che sovrintende all’attuazione del cessate il fuoco. Qui ha ricevuto un aggiornamento operativo dall’ammiraglio Brad Cooper, comandante del CENTCOM, e da altri ufficiali statunitensi.
Il vicepresidente ha ribadito che, nonostante gli scontri sporadici, “la tregua sta tenendo”. Ha aggiunto: “È esattamente così che deve funzionare, quando si ha a che fare con popoli che si odiano e combattono da molto tempo. Stiamo andando bene. Siamo in una buona posizione”.
Vance ha anche precisato che gli Stati Uniti non imporranno a Israele la presenza di truppe straniere a Gaza contro la sua volontà e che non esiste una scadenza rigida per il disarmo di Hamas.

Le prossime tappe: incontro con Netanyahu e pressing sul piano di pace

Domani Vance incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu per discutere i prossimi passi nell’attuazione dell’accordo.
Secondo un funzionario statunitense, la Casa Bianca ritiene che entrambe le parti desiderino mantenere la tregua, ma riconosce che la situazione resta altamente instabile.
Nel frattempo, Hamas ha restituito altri due corpi di ostaggi israeliani, portando a 15 il numero totale delle salme riconsegnate, mentre altri 13 restano nelle mani dell’organizzazione. Israele continua a tenere chiuso il valico di Rafah, che l’accordo prevedeva di riaprire, in segno di protesta per i ritardi di Hamas nell’attuazione degli impegni.

Rubio in arrivo e 30 giorni decisivi

Il segretario di Stato Marco Rubio dovrebbe arrivare in Israele nei prossimi giorni per coordinare gli sforzi diplomatici sulla seconda fase dell’accordo, che include la creazione di una forza internazionale di stabilizzazione, il disarmo graduale di Hamas e la formazione di un nuovo governo amministrativo palestinese a Gaza.
Un funzionario americano ha sottolineato che gli Stati Uniti e i loro partner dovranno “lavorare rapidamente e in modo creativo nei prossimi 30 giorni per evitare che l’accordo crolli”.

Un test per la leadership americana

La visita di Vance, accompagnato dagli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner, rappresenta un banco di prova per la politica estera di Trump. La capacità degli Stati Uniti di mantenere un fragile equilibrio tra sostegno a Israele e controllo della situazione a Gaza determinerà la credibilità della leadership americana in Medio Oriente.
Per ora, il vicepresidente appare cauto ma fiducioso: la tregua regge, anche se ogni incidente può trasformarsi in una miccia pronta a riaccendere il conflitto.