Yair Lapid (GPO)

Israele: Yair Lapid pronto a entrare nel governo per l’accordo sugli ostaggi. Ma senza i partiti di Ben Gvir e Smotrich

Israele

di Anna Balestrieri
Mercoledì 31 gennaio, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha dichiarato che il suo partito, Yesh Atid (C’è un futuro), è disposto a entrare nel governo per sostituire i partiti ultranazionalisti Otzma Yehudit (Potere Ebraico) e Sionismo Religioso, se ciò fosse necessario per garantire il rilascio degli ostaggi da Gaza.

Lapid ha annunciato a Channel 12 News che il suo partito fornirà “una rete di sicurezza per il governo”, in risposta alle forti critiche dei partiti di estrema destra guidati da Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich riguardo un eventuale accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas.

Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir aveva avvertito nei giorni precedenti che un accordo avventato avrebbe portato alla rottura della coalizione di governo. Sulla stessa linea Bezalel Smotrich, che aveva dichiarato l’opposizione sua e del partito nazionalista Sionismo Religioso ad un accordo che preveda una pausa nei combattimenti ed il rilascio di prigionieri palestinesi in cambio degli ostaggi.

La proposta di Lapid

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha dichiarato che il suo partito, Yesh Atid, appoggerà il governo se dovesse decidere di approvare un accordo sugli ostaggi. Lapid ha sottolineato l’importanza di garantire il ritorno degli ostaggi alle loro famiglie, affermando che è un obbligo per Israele. Lapid ha evidenziato come il sette ottobre abbia rappresentato la violazione del contratto tra lo Stato e i cittadini, un aspetto sottolineato, tra gli altri, dal padre di uno degli ostaggi, il professore Jonathan Dekel Chen, nel suo recente articolo su Haaretz.

Lapid ha dichiarato che il suo partito è pronto a fare quanto necessario per garantire il rilascio degli ostaggi, anche entrando nel governo al posto di Ben Gvir e Smotrich, sostenendo che gli “estremisti” non dovrebbero impedire un accordo. Ha enfatizzato che la priorità è salvare gli ostaggi, non sostenere Netanyahu. Diverse fonti di Yesh Atid hanno dichiarato che il partito non ha ancora deliberato sui dettagli della sua proposta di supporto al governo in caso di accordo, incluse le possibilità di unirsi temporaneamente alla coalizione di governo o di sostenere il governo rimanendo opposizione.

La risposta del Likud

Dopo l’intervista, pare che il Likud abbia respinto l’offerta di Lapid, affermando che “Yair Lapid sta spingendo per la fine immediata della guerra senza una vittoria decisiva – non siamo d’accordo”. Tuttavia, fonti anonime citate dal sito di notizie Ynet hanno indicato che il ministro della Giustizia Yariv Levin potrebbe essere disposto a farsi da parte per consentire a Lapid di assumere il suo ruolo nel tentativo di promuovere l’accordo per il rilascio degli ostaggi.

I portavoce di Netanyahu hanno smentito i rapporti sulla posizione del premier e ribadito che non ci sarà ritiro dalla Striscia di Gaza e non saranno rilasciati migliaia di terroristi.

Nonostante le smentite e la confusione riguardo all’accordo sugli ostaggi, sia Israele sia Hamas sembrano valutare la possibilità di procedere. Netanyahu ha assicurato che la guerra non finirà senza una vittoria decisiva e con un numero limitato di detenuti di sicurezza rilasciati, mentre Hamas ha insistito sulla fine permanente della presenza israeliana a Gaza. Sembra che entrambe le parti stiano considerando l’accordo proposto.

La posizione di Hamas

Ismail Haniyeh di Hamas ha confermato di aver ricevuto una nuova proposta di cessate il fuoco e ha dichiarato la disponibilità di considerare qualsiasi idea che possa fermare l’aggressione israeliana a Gaza. L’accordo proposto prevede la liberazione di circa 35 ostaggi in cambio di una pausa nei combattimenti e il rilascio di migliaia di palestinesi detenuti in Israele. Tuttavia, le divergenze tra Israele e Hamas sulla durata della pausa e sulla ripresa delle ostilità rimangono significative. (la notizia è in evoluzione)

Gli ostaggi a Gaza

Si stima che 132 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, alcuni dei quali potrebbero non essere più vivi. Durante una tregua a fine novembre, Israele ha liberato 105 civili detenuti da Hamas, mentre 29 persone detenute sono state confermate morte dall’IDF. Altri dettagli riguardo alle circostanze degli ostaggi e alle condizioni dell’accordo restano in discussione.