Negozi chiusi per il lockdown in Israele

Israele: tra vaccini e restrizioni, il governo dichiara il terzo lockdown dell’anno

Israele

di David Zebuloni
Nelle ultime settimane Israele viaggia su due binari. Da un lato vediamo l’ambiziosa e molto efficiente operazione “vaccini“, che ha già segnato un numero importante di un quarto di milioni di cittadini israeliani immuni al virus. Dall’altro invece scopriamo un numero in continua salita di contagi giornalieri e un numero in altrettanta salita di casi di morte causati dallo stesso virus. Secondo gli esperti, infatti, il numero di contagi potrebbe raddoppiare in due settimane e arrivare a seimila giornalieri. In tre settimane invece si potrebbe arrivare ad un numero astronomico di novemila contagi giornalieri. Per questo motivo il governo ha dichiarato un terzo sofferto lockdown, a partire da domenica 27 dicembre. L’ultimo di questo estenuante anno, si spera.

D’altronde, all’uscita dello scorso lockdown, il Premier Netanyahu aveva annunciato che “non è ancora finita”, ovvero che in quello specifico momento il paese aveva vinto una sola battaglia e non l’intera guerra contro il Covid. A differenza dell’euforia che aveva segnato l’uscita dal primo lockdown, infatti, l’uscita dal secondo è stata parziale e ben più discreta. Dal mese di ottobre dunque i ristoranti sono rimasti chiusi e così anche le palestre e le università.

Ora chiuderanno anche tutte le altre attività e le restrizioni torneranno ad essere quelle che avevamo incontrato all’inizio dell’epidemia: il famigerato distanziamento sociale, gli incontri limitati ad un numero di dieci persone e un raggio di movimento da casa di un solo chilometro.

“Per quanto cerchiamo di essere veloci nella diffusione del vaccino, il virus è più veloce di noi. Non riusciamo a tenere il passo e il tasso di contagi aumenta follemente”, ha dichiarato Benjamin Netanyahu. “Se non lo fermiamo ora, vedremo la situazione peggiorare sempre di più. Per questo abbiamo bisogno della piena collaborazione di voi cittadini, solo insieme possiamo fermare il virus”. Anche il Ministro della Salute, Yuli Edelstein, si è espresso sulla questione. “Il Ministero della Salute sta facendo tutto il possibile per accelerare la diffusione del vaccino”, ha dichiarato. “Il nostro obiettivo è quello di superare i 60.000 vaccini giornalieri, ma fino ad allora mi trovo costretto a comunicare che siamo arrivati alla terza fase del virus e non ci rimane altro che chiudere di nuovo tutto.”