Gerusalemme / Un tram chiamato discordia

Israele

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Alla fine, dopo molti ritardi, infinite discussioni e un investimento di un miliardo di euro, il tram di Gerusalemme partirà nella prima metà dell’anno. I lavori di costruzione hanno per anni creato non poche difficoltà al traffico della città, suscitando malumori fra i cittadini, che ne attendevano la fine per il 2008. Si è però accumulato molto ritardo sia per errori pratici di costruzione, sia per l’inaspettata scoperta di rovine archeologiche. Ma è soprattutto l’aspetto politico ad avere inasprito la questione di questi lavori: il tram infatti attraverserà anche la maggior parte di Gerusalemme Est, abitata principalmente da popolazione araba. Sotto accusa vi sono anche le compagnie Veolia e Alstom, coinvolte nel progetto, che, secondo un gruppo pro-palestinese, starebbero violando la legge internazionale. Le critiche, però, arrivano anche da parte israeliana: molti sono infatti i negozianti che lamentano di avere per anni subito l’inquinamento acustico e atmosferico causati da questi lavori. “Non c’era scelta – ribatte Shmuel Elgrably, portavoce dell’azienda di trasporti di Gerusalemme -. La città avrà entro 15 anni più di 1 milione di abitanti.
Il tram veloce è l’unica soluzione possibile per risolvere i problemi di traffico”. Il tragitto iniziale prevedrà 24 stazioni situate lungo 14 km, nel tratto fra Pisgat Zeev, un insediamento ebraico nella Gerusalemme Est, fino al Monte Herzl, nell’occidente, passando per la centralissima Jaffa Street. Un servizio, questo, che permetterà, nelle aspettative dei suoi sostenitori, a oltre 320.000 persone al giorno di spostarsi nella città. Nel futuro, il percorso verrà poi esteso anche all’Università ebraica e all’ospedale di Hadassa. Il progetto richiederà anche la formazione di una speciale unità anti-terrorismo, oltre alla ricostruzione delle strade risalenti al periodo ottomano.