La Knesset, il parlamento israeliano

Elezioni in Israele: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma

Israele

di David Zebuloni
Nella politica israeliana vige la legge fisica: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Siamo al terzo girone di elezioni parlamentari in meno di un anno e i protagonisti politici sono sempre gli stessi, ma in forme e colori diversi. Netanyahu e Gantz sembrano aver finalmente capito che a formare il governo non è il partito più grande, bensì il blocco più grande: quello di destra o quello di sinistra. Così, da quando lo scorso aprile Lieberman si è dissociato dal blocco di destra a causa della presenza dei partiti ortodossi, i partiti satellite di entrambe le fazioni le hanno provate tutte per riuscire a ottenere 61 mandati, senza ottenere alcun risultato.

Anche alla chiusura delle liste dei partiti in vista del 2 marzo, non sono mancati colpi di scena e alleanze improbabili. Cominciando dal partito Kahol-Lavan, vediamo che Lapid rinuncia alla rotazione, lasciando così a Gantz l’esclusiva al seggio presidenziale. Il parlamentare etiope Gadi Yevarkan invece, viene escluso dalla lista di Gantz e per ripicca entra al novantesimo minuto nella lista del Likud, il partito dell’avversario Netanyahu, posizionandosi al ventesimo posto. 

La destra liberale e quella più conservatrice si uniscono di nuovo, ma con un’altra formula: Ayelet Shaked da capolista passa al terzo posto, mentre Naftali Bennett da quarto diventa primo. Itamar Ben-Gvir invece, etichettato da molti come esponente di estrema destra, viene di nuovo tagliato fuori e decide di gareggiare da solo, senza alcuna speranza di farcela. 

Anche il blocco di sinistra ha provato a reinventarsi dopo gli insuccessi dei gironi precedenti. L’Avoda, il partito storico di Yitzhak Rabin, tenta il tutto per tutto e si unisce a Meretz, partito di estrema sinistra e a Ghesher, il partito di Orly Levy Abekasis, figlia di David Levy (rinomato politico di destra ai tempi di Begin), nonché ex alleata di Avigdor Lieberman. Sì sì, lo stesso Lieberman dell’estrema destra di Netanyahu.

Per quanto riguarda invece l’urlatrice dai capelli rossi Stav Shaffir, dopo aver abbandonato nello scorso girone il partito Avoda per allearsi con Meretz, dichiara questa settimana di volersi ritirare per il momento dalla politica. Voci indiscrete dicono che l’iniziativa non fosse sua, ma che più semplicemente i leader dei vari partiti in causa hanno deciso di tagliarla fuori. 

Per concludere in bellezza, alcuni giornali locali avevano annunciato il grande ritorno di Tzipi Livni in politica, che dopo aver tentato la fortuna in quasi tutti i partiti esistenti, avrebbe deciso di riproporsi nel partito di Gantz. Il grande ritorno in parlamento non c’è stato, ma il suo ritorno sui social fa presagire che qualcosa bolle in pentola. Staremo a vedere.