Il kit per la diagnosi del Covid-19 prodotto in Israele

Da Israele un kit in grado di rilevare il Covid-19 in meno di mezz’ora

Israele

di Michael Soncin
La divisione biomedica della BATM, società israeliana di Hod Hasharon, ha sviluppato un kit in grado di diagnosticare la presenza del COVID-19, dai campioni di saliva, in meno di trenta minuti. Si tratta di un kit sottoposto a diversi test da parte di numerosi centri di ricerca, che hanno dimostrato la capacità di confermare la positività al virus nei pazienti esaminati.

“Il Ceo Zvi Marom, laureato in medicina e in elettronica industriale, afferma a Israel21c, che il test è compatibile con l’attuale metodo ospedaliero per diagnosticare l’infezione dal coronavirus, la reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR), un tipo di sequenziamento genico che dura circa otto ore”, spiegando inoltre che la BATM è già in possesso di un kit diagnostico avanzato che rileva le due malattie respiratorie causate dai coronavirus come la SARS (acronimo inglese tradotto in Sindrome Respiratoria Acuta Grave) e MERS (acronimo inglese che significa Sindrome Respiratoria Mediorientale), e che l’aspetto del COVID-19 verrà aggiunto a quel kit.

Il kit sviluppato in Israele e prodotto a Roma – come riporta La Repubblica – costa circa 1NIS, poco più di 26 centesimi di euro, si tratta di un test più veloce economico e preciso rispetto a quelli prodotti in tutto il mondo; l’idea è di mettere in commercio anche un kit domestico, che non necessità di particolari competenze per utilizzarlo, al fine di evitare gli intasamenti, come quelli al quale stiamo assistendo in Italia in questi giorni, presso le strutture ospedaliere.

“La divisione biomedicale della BATM – scrive Antonio Calitri – parte in vantaggio perché da anni ha deciso di specializzarsi sulla diagnostica delle malattie infettive, un settore spesso considerato di secondo piano dalle Big Pharma, come spiega Marom che invece ritiene che “virus, batteri, funghi siano ancora i killer più fatali sulla faccia della terra”. Per il Ceo della società israeliana, per il COVID-19 “la diagnosi sarà un problema importante, non perché questo sia un virus molto pericoloso ma perché si diffonde molto rapidamente”.

“Sulla possibilità di un kit domestico però non c’è ancora nulla di ufficiale ma solo discussioni interne in corso, intanto all’annuncio del kit, le azioni dell’azienda israeliana hanno registrato un balzo superiore al 20% alla London Stock Exchange”.

In tema di controlli, come riporta Haaretz, Israele è terzo al mondo per il tasso di test del coronavirus, effettuando 383 test su 1 milione di persone. Al primo posto vi è la Corea del Sud con 2183 per milione, e alla seconda posizione l’Italia con 386 test per ogni milione di abitanti. In questo momento gli Stati Uniti si trovano all’ultimo posto della classifica con solo un test per ogni milione di persone.