Israele e la rielezione di Netanyahu: la parola agli esperti

Israele

di Roberto Zadik

Fiona Diwan, direttore Bollettino e Mosaico, insieme ad Aldo Baquis e Marco Paganoni alla serata Kesher (foto Paolo Castellano)
Fiona Diwan, direttore Bollettino e Mosaico, insieme ad Aldo Baquis e Marco Paganoni alla serata Kesher (foto Paolo Castellano)

Dopo la vittoria di Benyamin Netanyahu che lo scorso 17 marzo alle elezioni israeliane si è riconfermato premier per la quarta legislatura ora bisognerà vedere come si evolverà la situazione politica di Israele e cosa cambierà in questi mesi.  Quali saranno le alleanze, gli scenari politici, e i rapporti con gli Stati Uniti e il resto del mondo e cosa succederà? Di questo e di molto altro si è parlato, lunedì 27 aprile durante la serata di Kesher “Elezioni israeliane: chi ha vinto, chi ha perso” che ha coinvolto la direttrice del Bollettino Fiona Diwan che ha brillantemente moderato gli interventi dei due relatori della serata Marco Paganoni, direttore del sito Israele.net e Aldo Baquis corrispondente da Israele dell’Ansa da più di trent’anni, presentandoli al pubblico e ponendo loro alcune importanti domande.

Dopo il buffet e i saluti degli organizzatori dell’evento, Rav Della Rocca direttore di Kesher e Paola Hazan Boccia, il Direttore di Kesher ha ricordato il grande Rabbino Elio Toaff scomparso la settimana scorsa due settimane prima di compiere cent’anni. Rav Della Rocca ne ha brevemente ripercorso la figura, recitando anche un salmo, uno dei tehillim in sua memoria. “Toaff” ha detto della Rocca “è stato un grande sionista che ho avuto l’onore di avere come maestro e che mi ha dato l’investitura per diventare Rabbino”.

Successivamente si è entrati nel vivo della discussione che, come ha specificato Fiona Diwan,  si concentrava “sul dopo elezioni e sugli scenari che si stanno componendo in questi giorni. Dall’aumento del potere alla Knesset del voto arabo e dei partiti degli ebrei ortodossi, fino al pericolo di nuove alleanze fra l’America di Obama e l’Iran sul nucleare, cavallo di battaglia di Nethanyahu in queste ultime elezioni”.

Tantissimi argomenti e una fitta serie di domande anche da parte del pubblico hanno scandito la serata. A cominciare il dibattito è stato Baquis, “l’unico giornalista italiano in Israele che parla ebraico”come ha sottolineato Fiona Diwan. Il giornalista dell’Ansa ha subito ricordato che “la vittoria di Netanyahu è stata una sorpresa per tutto Israele e anche per i membri del suo partito, il Likud”.  Molto criticato, osteggiato in Europa e a livello internazionale, da varie personalità di spicco, da Angela Merkel, a Hollande, allo stesso Obama  con cui ha rapporti problematici, Nethanyahu, sebbene manchi di veri amici e di forti alleati, in Israele ha stravinto le elezioni. Nonostante fino all’ultimo sembrasse che il suo rivale Herzog potesse avere la meglio su di lui puntando su temi sociali, sulla povertà, sul disagio delle classi meno abbienti.

Una delle carte vincenti del successo di Nethanyahu che giunto alla quarta legislatura entrerà nella storia d’Israele per longevità governativa, come ha ricordato Baquis, è la sua “abilità nel fare i discorsi in pubblico anche se internazionalmente viene spesso percepito come un personaggio sfuggente, in Israele invece ottiene diversi consensi per le sue dichiarazioni pubbliche”.

“Molto toccante” ha aggiunto Baquis “ è stato il  suo discorso in occasione dello Yom Hazikaron, giorno di lutto in tutta Israele che commemora la caduta dei soldati. Questa ricorrenza, fra l’altro tocca da vicino il premier israeliano, perché nella guerra di Entebbe, morì suo suo fratello Yoni e questa scomparsa sconvolse lui e suo padre, il famoso storico Ben Zion Nethanyahu, personaggio autorevole, esponente di punta della Destra sionista di Jabotinsky e studioso dell’Inquisizione Spagnola”.

Fornendo una serie di aneddoti, racconti e dettagli inediti sul personaggio di Nethanyahu e la scena politica israeliana, il corrispondente dell’Ansa, ha approfondito la figura politica e umana del leader del Likud. “Nethanyahu è un personaggio controverso e complesso. Egli ha vinto perché ha puntato sulle paure degli israeliani, la minaccia nucleare dell’Iran,  trasmettendo al suo elettorato la considerazione pessimistica già espressa da suo padre che nel momento del pericolo gli ebrei vengono abbandonati da tutti e lasciati a loro stessi”.

Ma ora con chi governerà Nethanyahu, ci sarà una coalizione di larghe intese con Herzog e la Livni?  E quali sono i cambiamenti sulla scena politica israeliana? Come ha sottolineato Marco Paganoni, direttore del sito Israele.net nato in Israele da famiglia italiana, “Nethanyahu ha dato voce alle vere preoccupazioni israeliane anche se per molti egli manca di una progettualità politica, dote che invece possedeva Ariel Sharon. Egli ha tralasciato alcuni gravi problemi sociali e etici, come lo scontro fra laici e religiosi, fortissimo in Israele, combattendo il disfattismo della sinistra sull’economia di Israele e sottolineando la sua mancanza di credibilità in questi ultimi vent’anni”. “Alcuni giornali della sinistra israeliana” ha fatto sapere Paganoni “hanno recentemente descritto Israele come un Paese in declino, raccontando di un crollo notevole del turismo in seguito ai conflitti a Gaza e trasferendo all’esterno un quadro molto cupo e desolante del Paese ma non è affatto così. Secondo le statistiche è uno dei Paesi in cui la popolazione nonostante tutti i problemi, la gente è più felice di abitare”.

Riguardo invece a possibili coalizioni con Herzog, sia Baquis che Paganoni, hanno reso noto che non sembra facile un’intesa sebbene, ci siano vari punti in comune con lui  come il background colto e raffinato, padre presidente e nonno rabbino e le origini askenazite di entrambi. Nemmeno con la Livni, fanno sapere Paganoni e Baquis, le relazioni sembrano essere migliori, anzi. Infatti mentre recentemente Nethanyahu ha fatto sapere di volersi aprire ai Laburisti e alla Sinistra mentre, al contrario ha chiuso le porte aTzipi Livni.” Sebbene sia molto amata all’estero invece in patria ha deluso gran parte dell’elettorato coi suoi continui cambi di partito”.

Da segnalare nel nuovo assetto parlamentare israeliano è poi il fatto che oltre ai due partiti di maggioranza, centrodestra e centrosinistra ci siano altrettante figure politiche di notevole importanza nella democrazia israeliana che come ha detto Baquis “è sempre molto pimpante e piena di sorprese”. Su questo tema sia Marco Paganoni che Baquis hanno evidenziato un notevole sviluppo del voto arabo e di un recente innalzamento del quorum che ha portato il partito degli arabi israeliani a ottenere ben 4 seggi alla Knesset e di un aumento demografico sia fra gli arabi che fra gli ebrei ortodossi. Anche il loro partito, lo Shaas, ha fatto sapere Paganoni, ha una certa influenza nelle decisioni e nell’attuale assetto governativo israeliano.

Fra i tanti argomenti, decisamente interessante è stato l’approfondimento sui rapporti fra Israele e Stati Uniti e fra Israele e Paesi mediorientali vicini. Nelle sue domande ai due relatori, Fiona Diwan, si è soffermata sui rapporti non sempre sereni fra Nethanyahu e Obama, sul cambio di rotta di stati un tempo “amici” come Turchia o il Qatar che come ha ricordato Paganoni “cambia bandiera a seconda dei governi” e sul fatto che Obama abbia tralasciato di allacciare rapporti con Paesi amici come l’Egitto o l’Arabia Saudita aprendosi alla proclamazione di uno Stato palestinese e a un accordo con l’Iran sul nucleare.  Come ha detto Marco Paganoni durante la serata c’è stata “molta carne al fuoco” e numerosi sono stati gli interventi del pubblico. Le domande hanno spaziato dalle nuove alleanze di Israele con Cina e Giappone, così come dei buoni accordi fra Israele e l’Italia o la Germania, mentre con Inghilterra e Francia ci sono più problemi, fino all’Isis  e alla minaccia nucleare dell’Iran.