La moda israeliana in passerella

Mondo

di Mara Vigevani

Secondo Ben Gurion per diventare un vero paese Israele aveva bisogno di ladri e prostitute. Nel 2012 c’è bisogno anche della settimana  della moda. Tre giorni di solo glamour, sfilate, paparazzi, cocktails e feste. La vecchia stazione dei treni di Tel Aviv allestita per ospitare stilisti , modelle, giornalisti da tutto il mondo. C’è la stilista ispirata dai tessuti di rav Ovadya Yosef, che ha chiesto alle sarte dello stesso rabbino di lavorare nel suo atelier. Il neo diplomato al famoso Istituto Shenker di Tel aviv che si presenta con un vestito fatto di sole Kefye, la collezione di Tovale affermata stilista del mercato locale, che presenta vestiti comodi, arieggianti , adatti alla vita quotidiana. Le sue modelle hanno sfilato  sorridenti e avevano sugli zigomi tre piccole stelle di Davide. Non mancava quasi nessun tassello del variegato mosaico che rappresenta la società israeliana. La moda israeliana esiste, chi visita spesso il paese lo sa già da tempo, ed ora lo sanno anche all’estero.
Tessuti leggeri, adatti alle temperature calde, forme morbide per donne vere, tanta creatività ed eccentricità, tipiche degli israeliani. Roberto Cavalli   ha onorato la Tel Aviv Fashion week  arrivando con la moglie Eva e presentando una sfilata di modelli  della sua nuova collezione . “Amo Israele, ho vissuto qui per tre anni, ero qui quando scoppiò la Guerra dei sei giorni e le donne israeliane sono state per me grandi ispiratrici”, ha detto alla conferenza stampa tenutasi il primo giorno delle sfilate. “Vi amo, ma non siete ancora pronti per salire sul painte della moda internazionale” ha affermato rispondendo alla domanda di una giornalista   in modo molto diretto, quasi da vero israeliano. Di cosa hanno bisogno gli stilisti per fare questo salto? “Manca una piattaforma, un vero genio della moda israeliano , che cresca all’estero e trascini dietro di sè le luci  su altri stilisti del paese, come Emilio Pucci fece per la moda italiana”. Certamente Tel aviv ha imboccato la strada giusta :  uno dei blog di moda più quotati del momento, Fashionista, ha piazzato lo Shenkar College al 15° posto nella lista delle 50 migliori scuole di fashion design del momento,  molte delle grandi maison internazionali vengono in Israele per scovare nuovi talenti. Oltre ad Alber Elbaz, diplomato Shenkar e attualmente direttore artistico di Lanvin , lo stesso Roberto Cavalli, ha assunto tra i ranghi della propria azienda diversi stilisti israeliani; e lo stesso hanno fatto anche Benetton e altri nomi di primo piano della moda italiana. Il vincitore dell’ultima edizione del Diesel Award (luglio 2011) è Niran Avisar, che oggi lavora per la casa d’abbigliamento triestina. Presente anche il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli, che ha siglato  con il Presidente di ‘Tel Aviv Fashion Week’,  Lev Ofir, e in presenza dell’ambasciatore Italiano a Tel Aviv, Luigi Mattiolo, un accordo che rientra nell’ambito delle strategie di collaborazione internazionale della Cnmi. Appena le luci si sono spente sulla passerella delle sfilate,  la macchina della moda israeliana si è subito riaccesa:  a fine aprile  un’altra settimana della moda, questa volta di cinque giorni, migliorata in tutti gli aspetti.

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