Sito offre taglie per uccidere accademici israeliani

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di Nathan Greppi
Il sito offre 50.000 dollari per uccidere un accademico israeliano incluso in una lista, e 100.000 per gli “obiettivi speciali”, 1.000 dollari per affiggere dei manifesti davanti alle case dei bersagli e protestare contro i loro presunti “crimini” e 5.000 per fornire informazioni sull’obiettivo. Infine, 20.000 dollari per chi commette incendi dei loro veicoli o case.

Il sito internet di un gruppo antisionista, che si fa chiamare The Punishment for Justice Movement, ha recentemente messo delle taglie sulle teste di diversi accademici israeliani, con profili e dettagli personali degli obiettivi forniti per potenziali omicidi su commissione. Creato ad agosto e attivo da settembre, il sito avrebbe sede a Drenthe, nei Paesi Bassi.

Come riporta il Jerusalem Post, il sito olandese offre 50.000 dollari di ricompensa per uccidere un accademico israeliano incluso nella lista di proscrizione, e arriva a 100.000 dollari per quelli che vengono classificati come “obiettivi speciali”.

Viene offerta una somma di 1.000 dollari per affiggere dei manifesti davanti alle case dei bersagli e per protestare contro i loro presunti “crimini”, come ad esempio che secondo The Punishment for Justice Movement le loro ricerche servono a rafforzare l’arsenale bellico dell’IDF, e 5.000 dollari vengono offerti per fornire informazioni sull’obiettivo. Un totale di 20.000 dollari è la ricompensa per chi commette incendi dolosi dei loro veicoli o case.

Il sito elenca indirizzi di casa, numeri di telefono, indirizzi e-mail, account sui social network e persino numeri identificativi di centinaia di accademici: molti di questi insegnano in atenei israeliani, quali l’Università Ben-Gurion del Negev, il Technion di Haifa, l’Istituto Weizmann, l’Università Ebraica di Gerusalemme e l’Università di Tel Aviv. Ma nella lista sono inclusi anche accademici israeliani che lavorano all’estero, e in particolare a Harvard, Oxford e presso il CERN di Ginevra.

Tra coloro che vengono classificati come “obiettivi speciali”, figurano ad esempio Daniel Chamowitz, presidente dell’Università Ben-Gurion; Shikma Bressler, fisica e ricercatrice presso l’Istituto Weizmann, nota in Israele per aver guidato diverse proteste contro il governo; e Daniel Zajfman, che del Weizmann è l’ex-presidente. Di alcuni bersagli, vengono riportati persino nomi e informazioni personali sui loro familiari, rendendo anche questi dei potenziali bersagli.