L’Italia ebraica in mostra attraverso 70 scatti al MEIS di Ferrara

Personaggi e Storie

Nella foto in alto: allievi e maestri del Talmud Torah, Livorno, prima metà del 1900. Budapest, collezione di Ernő Munkácsi (Italia) Hungarian Jewish Museum and Archives

di Malka Letwin
Quasi 70 fotografie raccontano i luoghi dove si svolgeva la vita degli ebrei italiani prima della metà del XX secolo. Interni ed esterni: da Roma a Padova, da Venezia a Livorno incluse piccole località come Bozzolo (Mantova) o Cherasco (Cuneo). Immagini, documenti e corrispondenze che ci portano a riflettere sul patrimonio culturale ebraico italiano come parte integrante della storia nazionale e del suo paesaggio urbano, civile e simbolico.

Una preziosa testimonianza in mostra fino al 14 giugno 2026 al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Viaggio in Italia. Alla scoperta del patrimonio culturale ebraico, curata da Valeria Rainoldi e Sharon Reichel nasce dall’incontro tra due raccolte fotografiche di grande valore storico e culturale: il fondo ungherese di Ernő Munkácsi, una collezione di immagini dell’Italia ebraica prodotte e raccolte tra il 1927 e il 1940, e il Fondo F.A.C.E., archivio fotografico e documentario della Federazione delle Associazioni Culturali Ebraiche tra gli anni ‘20 e ‘30 del Novecento.

Demolizione del Ghetto di Rovigo, 1930 ca, Roma, Fondo F.A.C.E., Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi”


Ernő Munkácsi (1896-1950) è stato un esponente di spicco della comunità israelita di Pest e direttore de facto tra il 1934 e il 1942 di quello che oggi è il Museo Ebraico Ungherese e Archivi. Negli anni ’30 ha intrapreso un viaggio in Italia documentando e raccogliendo immagini di sinagoghe, cimiteri, luoghi e oggetti della vita ebraica.

In quel periodo, in contemporanea, la Federazione delle Associazioni Culturali Ebraiche Italiane (F.A.C.E.) aveva bandito un’iniziativa di raccolta di fotografie dell’Italia ebraica. F.A.C.E nei primi tre decenni del ‘900 è stato un ente di coordinamento per tutte le associazioni che nell’Italia ebraica promuovevano iniziative culturali. Ai vari circoli delle diverse città aveva chiesto di inviare scatti di sinagoghe, ghetti, cimiteri, ricami, argenterie, manoscritti e libri. Da quest’appello sono state raccolte 450 fotografie riunite in 7 album, conservate ora alla Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi” a Roma e gestita dalla Fondazione dei Beni Culturali Ebraici in Italia.

“Perché una mostra?”

“Perché una mostra? Queste fotografie non sono semplici rappresentazioni visive, sono documenti che custodiscono informazioni uniche su luoghi, contesti e oggetti che in molti casi non esistono più o sono stati profondamente trasformati”, spiegano le curatrici Sharon Reichel e Valeria Rainoldi. “Le immagini ci restituiscono un passato talvolta non arrivato fino a noi, ma origine di ciò che ancora ci circonda, invitandoci a leggere il presente alla luce di una storia densa e stratificata, senza dimenticare di omaggiare e riportare sotto gli occhi di tutti l’eterna bellezza del nostro Paese”.

Foto Vecchi&Graziani Aron Ha-Qodesh (Arca Santa), Sinagoga italiana. Ferrara, prima metà del 1900. Roma, Fondo F.A.C.E., Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano “Tullia Zevi”, Budapest, collezione di Ernő Munkácsi (Italia) 

Sia Munkácsi che F.A.C.E. hanno avuto l’intuizione di considerare i quartieri ebraici e le sinagoghe incastonate nei centri cittadini un bene culturale appartenente a tutti, da custodire e tutelare. “Alcuni edifici fotografati come la sinagoga di Livorno o quella di Torino, vennero danneggiati o distrutti durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Altri, come nel caso delle sinagoghe di Padova e Ferrara, furono spogliati e profanati. La mostra vuole essere un’occasione di conoscenza, ma anche di riscoperta”, hanno spiegato le curatrici.

Quel mondo, impresso in quegli scatti, sarebbe stato travolto pochi anni dopo dalle leggi razziali e dalla Shoah. Per questo motivo siamo davanti e delle immagini, di un mondo che non c’è più, doppiamente preziose.

Attività su via del Portico d’Ottavia. Roma, prima metà del 1900 Budapest, collezione di Ernő Munkácsi (Italia) Hungarian Jewish Museum and Archives

Il visitatore è accompagnato da un itinerario interattivo all’interno dell’ultima sala, grazie ad un’applicazione che permette di costruire il proprio album di viaggio scegliendo le mete preferite del percorso. La mostra è in collaborazione con la Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e l’Hungarian Jewish Museum and Archives.

Per maggiori informazioni cliccare qui sul sito ufficiale del M.E.I.S Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah