Torna la Tel Aviv Fashion Week: ospiti d’onore gli ex-ostaggi di Hamas e i loro famigliari

Israele

di Pietro Baragiola

Domenica 26 ottobre, dopo due anni di silenzio forzato dalla guerra in Medio Oriente, la Tel Aviv Fashion Week è ufficialmente tornata, scatenando il mondo della moda con un evento dal forte valore simbolico ed emotivo.

La sfilata inaugurale, intitolata “Fino all’ultimo ostaggio”, ha visto in passerella non solo i modelli e gli stilisti ma anche i sopravvissuti alla prigionia a Gaza, come Eli Sharabi, e i loro famigliari.

“È stata un ponte tra arte, dolore e speranza” ha spiegato il sito Ynet, commentando la sfilata. “Un modo per ricordare che la vita continua anche all’ombra della tragedia.”

 

All’evento, ospitato al numero 7 di Kremenetski Street, ha partecipato anche Michal Herzog, moglie del presidente israeliano Isaac Herzog, definendo la serata “una celebrazione della cultura israeliana in tutte le sue sfumature.”

  

La sfilata “Fino all’ultimo ostaggio”

Tra i primi a calcare la passerella della Tel Aviv Fashion Week 2025 sono stati proprio i familiari degli ex-ostaggi tra cui: Dani Miran, padre di Omri Miran; Rotem Sharabi, nipote di Eli Sharabi, e Keren Scherf Shem, madre di Mia Shem.

Mentre i riflettori illuminavano la passerella, la cantante Shiri Maimon si è esibita in un pezzo emozionante, accompagnata dal Coro dell’Opera israeliana e ottenendo il plauso del pubblico.

Questo incontro nel suo complesso ci ha ricordato che siamo tutti parte di un unico tessuto umano” ha scritto Michal Herzog in un post condiviso sull’account ufficiale del marito. “La moda israeliana è il nostro volto. È espressione dell’eccezionale talento israeliano, riflesso della creatività e dell’originalità, della diversità di colori e stili e, soprattutto, è l’ambasciatrice più stimata di Israele nel mondo. Siamo orgogliosi della nostra moda e, soprattutto, delle donne e degli uomini di talento che la rendono possibile.”

Le sue parole hanno raccolto ampio consenso sui social, dove molti hanno sottolineato la forza di un evento capace di unire arte e impegno civile in un momento così delicato per il Paese.

“La moda può diventare un potente strumento di memoria e unità” ha commentato uno dei partecipanti su X. “E soprattutto di resilienza.”

Sessant’anni di Tel Aviv Fashion Week

Quest’anno segna anche un traguardo storico: il 60° anniversario della Tel Aviv Fashion Week. 

La prima edizione si è tenuta infatti 1965, organizzata dall’Israel Export Institute presso lo Sheraton Tel Aviv Hotel. In quegli anni, l’obiettivo era promuovere l’industria tessile israeliana sul mercato internazionale, mostrando al mondo un Paese giovane ma già ricco di inventiva e stile.

Con il passare degli anni, l’evento ha conosciuto anche momenti di crisi: è stato sospeso durante la Prima Intifada alla fine degli anni ’80, per poi essere rilanciato nel 2011 grazie al produttore e specialista di moda Motty Reif, che ha ridato alla manifestazione un respiro moderno e globale. Da allora, la Tel Aviv Fashion Week è diventata una vetrina per designer emergenti e un punto di riferimento per la moda etica e sostenibile del Medio Oriente.

Il suo ritorno quest’anno è stato definito da molti “un atto di resistenza culturale”. 

In una nazione segnata da tensioni e incertezze, la Tel Aviv Fashion Week ha ribadito il potere dell’arte di ricucire ferite e ricostruire identità collettive” ha spiegato uno degli stilisti al Times of Israel.

La Tel Aviv Fashion Week 2025 si chiude dunque non solo come un evento di moda, ma come una dichiarazione di umanità, capace di ricordare che anche nei momenti più bui la luce dell’arte può continuare a brillare.

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