Il documento di Sinwar: “Bruciate interi kibbutz, filmate tutto”

Personaggi e Storie

di Anna Balestrieri
Il memorandum, datato 24 agosto 2022, sarebbe stato una direttiva operativa di Sinwar per “l’assalto del 7 ottobre”. Ordinava ai miliziani di entrare nelle comunità israeliane “con taniche di benzina o gasolio” e di “preparare due o tre operazioni in cui un intero quartiere o kibbutz venga bruciato”. Mentre la mattina del 7 ottobre, alle 10, un comandante di battaglione di Hamas trasmetteva via radio: “Cominciate a incendiare le case. Voglio che tutto il kibbutz sia in fiamme.”

Un memorandum di sei pagine, redatto nell’agosto 2022 e attribuito al defunto leader di Hamas Yahya Sinwar, getta nuova luce sulla pianificazione dell’attacco del 7 ottobre 2023. Secondo un’inchiesta del New York Times, il documento, ritrovato in maggio dall’IDF in un complesso sotterraneo a Gaza, delineava nei minimi dettagli il progetto di massacrare civili e diffondere le immagini in diretta per terrorizzare Israele.

Un piano scritto nero su bianco

Il memorandum, datato 24 agosto 2022, sarebbe stato una direttiva operativa di Sinwar per “l’assalto del 7 ottobre”. Ordinava ai miliziani di entrare nelle comunità israeliane “con taniche di benzina o gasolio” e di “preparare due o tre operazioni in cui un intero quartiere o kibbutz venga bruciato”.
Sette alti funzionari israeliani, citati dal Times, hanno confermato l’autenticità del testo, che replica gli ordini intercettati in tempo reale durante l’attacco.

Bruciate tutto” – gli ordini del massacro

La mattina del 7 ottobre, alle 10, un comandante di battaglione di Hamas trasmetteva via radio: “Cominciate a incendiare le case. Voglio che tutto il kibbutz sia in fiamme.”
Altri messaggi intercettati ripetevano lo stesso schema: “Date fuoco a qualsiasi cosa”, “Uccidete tutti quelli che incontrate”.
Le fiamme e i colpi di arma da fuoco devastarono comunità come Nir Oz, dove 117 persone su 400 furono assassinate o rapite. Solo sei case restarono intatte.

Uccidere, riprendere, trasmettere

Il documento non lasciava ambiguità: “Gli attacchi devono essere filmati e diffusi il più rapidamente possibile.”
L’obiettivo era mostrare “scene strazianti, incendi enormi, immagini che spezzino lo spirito del nemico.”
Comandanti come Abu Muath e Abu al-Baraa insistevano sull’uso di droni per trasmettere “al mondo islamico” le immagini delle uccisioni, con l’invito a “unirsi alla lotta”.
Una frase del memo riassumeva la logica dell’orrore: “Ammazzateli. Eliminate i figli d’Israele.”

Un assalto orchestrato, non spontaneo

Il Ministero degli Esteri israeliano ha diffuso una pagina manoscritta del memo.