Trump annuncia: “Tutti gli ostaggi saranno presto liberati” 

Israele

di Anna Balestrieri 

Aggiornamento delle 12 ora locale
A mezzogiorno il cessate il fuoco è entrato in vigore: Israele si prepara al ritiro da Gaza, Trump promette il rilascio degli ostaggi entro lunedì.
Un nuovo inizio sotto garanzia americana e qatarina
Alle 12:00 ora israeliana, è entrato ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, dopo 734 giorni di guerra. L’accordo, mediato da Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia, prevede il rilascio graduale di tutti gli ostaggi e il ritiro parziale delle truppe israeliane verso “linee di dispiegamento aggiustate”.
Washington e Doha hanno fornito garanzie dirette a Hamas che Israele non riprenderà i combattimenti dopo la prima fase dell’intesa.
Il presidente Donald Trump ha dichiarato che “tutti gli ostaggi saranno liberati, probabilmente lunedì, compresi i corpi dei caduti”. Sui social, ha scritto: “Oggi è un grande giorno per Israele, per il mondo arabo e musulmano e per la pace.”
Tel Aviv festeggia sotto la pioggia
In Hostages Square, a Tel Aviv, centinaia di persone si sono riunite per celebrare la notizia. “È il giorno più felice della mia vita, come un parto dopo due anni di dolore,” ha detto Danny Miran, padre dell’ostaggio Omri Miran.
La pioggia non ha fermato la folla, che ha accolto l’annuncio con canti e lacrime. “Questa volta è reale, questa volta li riavremo,” ha aggiunto Miran, riferendosi alle garanzie internazionali che accompagnano il piano.
L’esercito prepara il ritiro
L’IDF ha annunciato di aver avviato le “preparazioni operative per la prima fase dell’accordo”, che prevede un ritiro parziale entro 24 ore. Dopo le modifiche introdotte al piano, Israele manterrà il controllo di circa metà della Striscia di Gaza, in particolare nelle aree strategiche lungo il confine sud.
Secondo fonti citate da Reuters, Netanyahu convocherà oggi alle 17:00 il gabinetto di sicurezza per approvare formalmente l’accordo.
Le reazioni internazionali
Il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno accolto con favore la notizia, auspicando che l’intesa “segni la fine della guerra e l’inizio di una soluzione politica fondata sui due Stati”.
Anche il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, ha espresso sostegno, definendo l’accordo “un passo verso la sovranità palestinese e la fine dell’occupazione”.
Le voci della destra israeliana
Non tutti, però, condividono l’entusiasmo. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha annunciato che il suo partito “non voterà a favore dell’accordo”, giudicandolo “una resa a Hamas”. Ha ribadito che “Israele deve continuare a combattere fino all’eradicazione totale di Hamas”, avvertendo il governo di non “tornare allo spirito di Oslo”.
Dalle ombre alla speranza
Nel frattempo, ex ostaggi come Aviva e Keith Siegel, liberati nel 2023, hanno espresso la loro commozione: “Finalmente possiamo respirare. Per la prima volta, la parola pace sembra avere un volto.”
Il clima nel Paese resta carico di emozione e cauta speranza. Dopo due anni di devastazione, la parola “fine” torna a circolare, non come illusione, ma come possibilità concreta.