di Redazione
Il primo giorno di Sukkot 5786, 7 ottobre, è mancato Raoul De Picciotto, imprenditore, filantropo, generoso benefattore della Comunità ebraica milanese. Al lui e al cognato Solo Dwek, si deve la ristrutturazione della Sinagoga centrale di via Guastalla e l’edificazione della Residenza Anziani Arzaga.
Il presidente della Comunità ebraica Walker Meghnagi, il Rabbino Capo Alfonso Arbib, Milo Hasbani, vice presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane e amico di famiglia, ne ricordano la figura e quello che ha fatto per tutta la Comunità. Insieme a tutto il Consiglio e agli ebrei milanesi, rivolgono le più affettuose e sentite condoglianze alla moglie Graziella e alla sorella Jeanette Dwek.
La donazione per la Residenza Arzaga
È con straordinaria semplicità che Raoul De Picciotto rispose, nel 2008, alla domanda “Perché ha deciso di legare il suo nome alla realizzazione della Residenza per gli anziani della comunità, con una donazione così importante?”: “Quando, nei primi anni Novanta, il presidente della Comunità Cobi Benatoff mi parlò di questo progetto – incontrammo insieme l’architetto Eugenio Gentili Tedeschi – e mi chiese un contributo, dissi: va bene. È una cosa naturale, mi è stato insegnato dai miei genitori, che già in Libano sostenevano la comunità”.
Era infatti nato a Beirut, Raoul De Picciotto, ed è venuto a Milano nel 1959. “Sono a Milano da cinquanta anni ormai e mi sento milanese al cento per cento. Siamo stati accolti molto bene dalla Comunità. Appena arrivato, frequentavo il tempio sefardita di via Guastalla, poi ho conosciuto diverse persone, tra cui Cobi Benatoff, e ho iniziato ad andare al Tempio superiore. Dopo diversi anni, vedendo che per le cerimonie, in particolare i matrimoni, la sala era inadeguata, con la famiglia Dwek abbiamo deciso di proporre alla Comunità una ristrutturazione completa”. Infatti il nome De Picciotto è legato anche all’Hechal David uMordekhai, il Tempio Centrale di via della Guastalla, che è stato completamente rinnovato grazie al loro contributo nel 1997.
“La cosa più straordinaria di Raoul De Picciotto – disse allora Cobi Benatoff – è la sua grande generosità e la semplicità con cui la concretizza senza alcun desiderio di mettersi in mostra: incarna la tradizione ebraica della Tzedakà e cioè nel contribuire ai bisogni della Comunità secondo le proprie possibilità”.
“Aiutare il prossimo è normale – diceva De Picciotto, – se si ha la fortuna di essere in condizione di poterlo fare, si deve contribuire al benessere comune. Anche se oggi si nota un progressivo distacco di molti ebrei dalla religione e dalla comunità, spero che il mio contributo serva anche di stimolo e di esempio per chi potrebbe fare di più. Tante persone hanno i mezzi per poter pagare almeno il dovuto, altri per sostenere progetti significativi, ma non lo fanno. Spero che pensino all’importanza di realizzare qualcosa di positivo per tutta la comunità, che si rinnovi il senso di appartenenza al popolo ebraico e di condivisione dello stesso destino”.
Il ricordo di Milo Hasbani
“Raoul De Piciotto Amico di famiglia; ricordo le serate in casa dei miei genitori, dove si mescolata l’arabo e il francese, le lingue con le quali si rivolgeva a me fino a poche settimane fa, durante i nostri incontri al Gin Rosa. Grande Uomo, generoso, spiritoso con le battute sempre pronte. Benefattore sempre con discrezione, mi mancherà. Un abbraccio a Graziella, alla sorella Jeanette e a tutta la famiglia”.
Foto in alto: Raoul De Picciotto, al centro, con la moglie Signora Graziella e Roberto Jarach, all’inaugurazione della nuova Residenza Arzaga, tra le opere che aveva generosamente finanziato.
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Un grand cœur une grande simplicité et une sincérité résument en peu de mots ce que laisse Raoul à ceux et celles qui ont en la chance et le privilège de l’avoir connu