Da sinistra Elon Musk e Kash Patel (FBI)

Elon Musk e l’FBI contro l’Anti Defamation League

Mondo

di Nathan Greppi
L’annuncio che l’agenzia federale taglierà i legami con l’organizzazione ebraica è giunto in seguito a giorni di attacchi da parte di influencer di destra e del miliardario Elon Musk contro l’ADL in merito al suo database online sull’estremismo, che includeva una pagina sui legami con figure estremiste dell’attivista assassinato Charlie Kirk e della sua associazione Turning Point USA (TPUSA).

L’ADL (Anti-Defamation League), una delle più importanti organizzazioni ebraiche impegnate contro l’antisemitismo negli Stati Uniti, in questi giorni è al centro di una campagna di pressione portata avanti da alcune frange della destra americana, che si è intensificata mercoledì 1 ottobre quando il direttore dell’FBI, Kash Patel (nella foto a destra), ha denunciato il gruppo dichiarando che l’agenzia taglierà i legami con l’organizzazione ebraica.

Secondo il Guardian, l’annuncio di Patel è giunto in seguito a giorni di attacchi da parte di influencer di destra e del miliardario Elon Musk contro l’ADL in merito al suo database online sull’estremismo, che includeva una pagina sui legami con figure estremiste dell’attivista assassinato Charlie Kirk e della sua associazione Turning Point USA (TPUSA). Martedì 30 settembre, l’ADL ha cancellato il suo intero “Glossario dell’Estremismo”, un progetto che conteneva più di 1.000 voci su gruppi e movimenti legati a ideologie fomentatrici d’odio.

Le origini della faida

Le polemiche hanno avuto inizio quando diversi profili legati alla destra americana hanno iniziato a condividere degli screenshot della pagina dedicata a TPUSA sul sito dell’ADL. Pur non etichettando tutta l’organizzazione di Kirk come estremista, l’ADL ha segnalato alcuni episodi di razzismo e discorsi d’odio che ne hanno coinvolto dei singoli membri, in particolare per quanto riguarda la partecipazione a movimenti integralisti cristiani.

Un punto di svolta nella campagna online contro l’ADL è stato segnato quando vi si è unito Musk, il quale ha twittato ai suoi oltre 220 milioni di follower su X che “l’ADL odia i cristiani, e pertanto è un gruppo d’odio”. In un altro tweet, il miliardario di origine sudafricana è arrivato persino ad accusare l’ADL di istigazione all’omicidio.

Dopo giorni di pressioni, l’ADL ha cancellato dal proprio sito il suo glossario sui movimenti estremisti, giustificando la sua decisione come una via per “esplorare nuove strategie e approcci creativi per presentare i nostri dati e la nostra ricerca in maniera più efficace”.

L’attacco dell’FBI

Anche dopo questa decisione, gli attacchi contro l’ADL non si sono fermati. Come direttore dell’FBI, Patel ha twittato che la sua agenzia avrebbe interrotto ogni collaborazione con l’organizzazione ebraica, da lui accusata di spiare i gruppi conservatori e di essere troppo vicina al suo predecessore, James Comey. Per anni l’ADL ha cooperato con l’agenzia di intelligence, realizzando workshop sull’antisemitismo e la Shoah per gli agenti e fornendo documentazione su movimenti estremisti.

Nel momento in cui scriviamo, l’ADL non ha ricevuto alcun comunicato ufficiale dall’Amministrazione Trump in merito alla rottura dei rapporti con l’FBI: “L’ADL ha un profondo rispetto per il Federal Bureau of Investigation e gli agenti delle forze dell’ordine a tutti i livelli e in tutto il paese, che lavorano instancabilmente ogni singolo giorno per proteggere tutti gli americani indipendentemente dalla loro ascendenza, religione, etnia, fede, appartenenza politica o qualsiasi altra differenza”, si legge nel loro comunicato stampa.