Gece 2025. “Musical. Una storia ebraica”: una serata di memoria, musica e identità a Milano

di Pietro Baragiola

Domenica 14 settembre, come evento di chiusura della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano ha ospitato Musical. Una storia ebraica, lo spettacolo di Alberto Milazzo dedicato ai grandi compositori ebrei che hanno reso celebre Broadway.

La serata, ad ingresso gratuito, si è aperta con l’intervento dell’onorevole Riccardo De Corato, parlamentare e Vicepresidente della 1° Commissione Affari Costituzionali, che ha voluto porgere la sua solidarietà alla comunità ebraica di Milano riunita in sala.

“La nostra sta diventando la città più antisemita d’Italia in cui cortei e marce organizzate dai sostenitori di Hamas bloccano continuamente le strade e la vita quotidiana” ha affermato De Corato. “Milano va rispettata, non ripetutamente oltraggiata da questi signori e il Comune deve agire perché questi eventi cessino il prima possibile.

A seguire, il curatore artistico Gianni Gualberto Morelenbaum è salito sul palco per introdurre il tema centrale dello spettacolo: il ruolo fondamentale che l’ebraismo ha avuto nello sviluppo dell’entertainment business americano e, in particolar modo, del musical.

“La creatività ebraica si è espressa in modo molto diverso tra America Latina e Stati Uniti” ha spiegato Moreno. “Mentre nella prima si è fusa con le tradizioni locali, nei secondi si è affermata all’interno dell’immaginario collettivo, utilizzando il teatro come luogo di mediazione in cui parlare di temi scottanti come integrazione, razzismo e femminismo.”

È in onore a questo coraggio nell’esprimere argomenti mai affrontati prima che il regista, musicista, scrittore e autore teatrale palermitano Alberto Milazzo ha voluto creare Musical. Una storia ebraica, un recital incantevole e vibrante attraverso cui il pubblico può rileggere la storia e la forza di una comunità che, pur tra mille difficoltà, ha saputo trasformare dolore, speranza e desiderio di riscatto in arte.

Lo spettacolo di Alberto Milazzo

Accompagnata al pianoforte da Eleonora Zullo e alla chitarra da Alessandro Usai, la selezione musicale di Milazzo ha guidato l’immaginario del pubblico attraverso i principali musical del ‘900.

Dopo essersi esibito in un commovente “Papa, Can You Hear Me?” di Yentl, da lui descritto come “una traduzione della Torah alla ricerca di un senso impossibile ma necessario”, Milazzo ha spostato l’attenzione verso il Kit Kat Club di Cabaret, esibendosi nello storico brano del maestro di cerimonie interpretato dal pluripremiato Joel Grey.

Tratto da Goodbye to Berlin di Christopher Isherwood, Cabaret racconta la vita della Berlino alla vigilia del nazismo attraverso un intreccio spettacolare creato dallo storico duo ebraico formato dal compositore John Kander e dal librettista Fred Ebb.

Come spiegato da Milazzo, questi due artisti erano soliti esprimere il proprio ebraismo in modi molto diversi ma compatibili tra loro: “Kander arricchiva le sue musiche di sonorità ebraiche mentre Ebb inseriva nei testi il carattere del tipico ebreo colto newyorkese degli anni ’60 alla ricerca di libertà e autodeterminazione.”

È loro il brano “Mein Herr” che Milazzo introduce come “un inno contro il femminicidio, il machismo e contro l’idea di un amore come possesso”.

I temi scottanti di Kander ed Ebb emergono anche in altre opere, tra cui Chicago che vede protagoniste due donne che decidono di trasformare il carcere in un trampolino verso la fama nell’era del proibizionismo.

Seguendo l’onda dei musical più celebrati del panorama internazionale, Milazzo si è soffermato poi su West Side Story, emozionando gli ospiti con una magistrale interpretazione di “Something’s Coming”.

“In questo musical Leonard Bernstein è stato in grado di riadattare lo storico Romeo e Giulietta di Shakespeare dandogli un contesto moderno” ha spiegato l’artista. “Inizialmente i protagonisti erano ebrei e cristiani che lottavano per l’integrazione nelle strade di New York ma poi Bernstein li ha trasformati in portoricani e italiani, fondendo musica classa e jazz in un’opera che rifletteva la sua sensibilità di ebreo americano”.

Tra capolavori, danze e aneddoti la serata non poteva certo dimenticare Hello Dolly!, il musical più longevo della sua epoca (oltre 3.000 repliche) che racconta la storia di una shadchan o matchmaker che si reca di casa in casa a combinare matrimoni: una figura tradizionale del mondo ebraico che Broadway ha reso immortale.

Un viaggio musicale tra storia ed emozioni che il pubblico milanese ha accolto con grande entusiasmo, confermando che Musical. Una storia ebraica non è solamente uno spettacolo ma un simbolo di orgoglio culturale capace di far dialogare passato e presente, ricordando come Broadway sia stata e sia tuttora un ponte tra mondi dove le voci degli outsider diventano protagoniste indiscusse.


N.B. I video degli interventi saranno disponibili nei prossimi giorni dentro a ogni articolo.