Pioggia di droni Houthi: l’IDF intercetta molteplici attacchi dei proxies iraniani

Israele

di Anna Balestrieri
Tre droni lanciati dai ribelli Houthi dallo Yemen sono stati abbattuti dall’aeronautica israeliana nella giornata di lunedì 8 settembre, nel giro di mezz’ora. I velivoli senza pilota puntavano al sud del Paese, ma non hanno causato né feriti né danni. L’episodio è avvenuto a poche ore dall’attacco che, domenica, aveva colpito il terminal passeggeri dell’aeroporto Ramon di Eilat.

L’attacco di lunedì 9 settembre: droni abbattuti in volo

Secondo l’IDF, uno dei droni si stava dirigendo verso l’aeroporto Ramon, dove già il giorno precedente si era verificata un’esplosione. Le sirene sono risuonate nell’area di Eilat e diversi missili intercettori sono stati lanciati con successo.
Un altro velivolo ha fatto scattare gli allarmi a Dimona e nei dintorni, ma anche in questo caso è stato distrutto prima che potesse causare danni. Il terzo drone, intercettato senza far scattare sirene, è stato neutralizzato “secondo protocollo”, ovvero prima che diventasse una minaccia per i centri abitati.

La rivendicazione Houthi

 

Gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno rivendicato l’attacco, sostenendo di aver preso di mira l’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv, l’aeroporto Ramon e un “obiettivo sensibile” a Dimona.
Gli stessi ribelli continuano a colpire Israele con droni e missili a partire da novembre 2023, nel contesto del conflitto seguito al 7 ottobre. Il loro slogan politico rimane inequivocabile: “Morte all’America, morte a Israele, maledizione sugli ebrei.”

L’attacco di domenica: il bilancio delle vittime

Il giorno precedente, domenica 7 settembre, un drone era riuscito a eludere i sistemi di difesa israeliani e si era schiantato contro il terminal passeggeri dell’aeroporto Ramon. L’impatto ha provocato il ferimento di alcune persone.

Le vittime civili

Un uomo di 63 anni è rimasto ferito da schegge ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Yoseftal di Eilat, dove le sue condizioni sono state dichiarate stabili.

Una donna è caduta mentre cercava riparo dall’esplosione, riportando ferite lievi e venendo anch’essa ricoverata a Yoseftal.
Diversi passeggeri e operatori presenti nell’aeroporto hanno accusato attacchi di panico e forte ansia, ricevendo assistenza immediata da parte del Magen David Adom.

Errori di valutazione nella difesa aerea

Un’inchiesta interna dell’aeronautica israeliana ha stabilito che il drone era stato individuato dai radar, ma non correttamente classificato come minaccia. Per questo motivo non erano stati attivati gli allarmi né tentativi di intercettazione. L’episodio ha destato forti critiche e preoccupazioni, soprattutto considerando che Ramon rappresenta uno snodo vitale per i voli interni e per l’evacuazione di pazienti palestinesi verso l’estero per cure mediche.

Un’escalation che non si arresta

Dall’inizio del 2025, in particolare dopo l’uccisione del premier Houthi Ahmed Ghaleb Nasser al-Rahawi in un raid israeliano in Yemen, gli attacchi dei ribelli si sono moltiplicati: solo negli ultimi mesi sono stati lanciati almeno 80 missili balistici e 31 droni contro Israele.
L’attacco all’aeroporto Ramon evidenzia la vulnerabilità del fronte interno israeliano, mentre le intercettazioni di lunedì dimostrano l’efficienza, ma anche la pressione costante a cui è sottoposto il sistema di difesa aerea.