di Ester Moscati
Intervista a Andrea Alcalay, nuovo presidente KKL Italia. Tanti progetti in cantiere: un nuovo Statuto, una nuova sede più funzionale e accogliente, iniziative di fund raising e viaggi di formazione. Per far conoscere Israele, la sua anima verde, l’ecologia e lo sviluppo per un mondo che cambia
L’amore di Andrea Alcalay per Israele e per il KKL parte da lontano: dal bossolo blu sullo scaffale della libreria, a quattro anni di Università a Gerusalemme, all’iscrizione alla Associazione Hevrat Haghanat Hateva, l’equivalente israeliano di Italia Nostra.
Così, quando Sergio Castelbolognesi, dopo dieci anni, ha lasciato la presidenza del KKL, ha proposto ad Andrea Alcalay di prendere il timone di questo ente che della difesa della natura in Israele è l’emblema: il Keren Kayemeth LeIsrael è infatti la più antica organizzazione ecologica al mondo. Fondata nel 1901, da oltre un secolo la sua mission è lo sviluppo, la bonifica e il rimboschimento della Terra di Israele. Il suo know-how e lo sfruttamento delle risorse esistenti hanno trasformato zone desertiche in meravigliose terre verdi.
Il KKL è leader nello sviluppo di tecnologie e competenze in molteplici settori: dall’agricoltura alla selvicoltura, dalla ricerca scientifica alla lotta alla desertificazione, sino al trattamento e allo sfruttamento delle risorse idriche.
Un patrimonio di conoscenze che, in un pianeta sempre più caldo, sono fondamentali: una esperienza da condividere.
Alcalay, impegnato in Comunità nella commissione comunicazione e con un lavoro nel settore del turismo, ha accettato la presidenza del KKL dopo una riflessione e una valutazione dell’impegno che questo ruolo avrebbe richiesto. «Sergio Castelbolognesi in scadenza di mandato mi ha offerto questa nomina che mi ha molto onorato. Mi sono preso un po’ di tempo per decidere. Ho avuto diversi colloqui sia con Sergio sia con Liri Eitan Drai, direttrice generale del KKL Italia. Sono vicino da tempo a questo ente, un po’ come tutti, con il bossolo in casa e le offerte, però sono anche molto vicino al KKL in Israele per la mia storia. Io ho studiato quattro anni all’università ebraica di Gerusalemme e mi sono anche iscritto fin da allora a un’associazione che è paragonabile a Italia Nostra, che si chiama Hevrat Haghanat Hateva (associazione per la difesa della natura). Sono molto coinvolto nelle iniziative ecologiche e ambientali del KKL ma va specificato che il Keren Kayemet Leisrael in Israele non è solo ‘alberi e foreste’, ma c’è tutto un discorso sull’ecologia, sull’ambiente, sulla gestione dell’acqua e su come affrontare situazioni di emergenza che ci sono sempre state, ma in particolare dopo il 7 ottobre si sono fatte drammatiche. La devastazione dei kibbutzim del sud di Israele ha reso necessari degli interventi più mirati».
Israele infatti, oltre alle guerre, deve affrontare spesso il terrorismo degli incendi e dell’inquinamento ambientale, i roghi dolosi appiccati su incitamento di Hamas anche in Cisgiordania, come è di recente accaduto alla foresta di Gerusalemme.
I nuovi progetti in Italia e a Milano
«Per il KKL Italia abbiamo in mente diversi progetti; per prima cosa, dovremo cambiare lo Statuto in modo da avere, sempre nell’ambito della normativa per gli ETS (Enti del Terzo Settore) più libertà di manovra; uno Statuto meno rigido, che dia la possibilità, per esempio, di organizzare più dei due grandi eventi all’anno previsti dal vecchio Statuto.
Inoltre, c’è una grande novità: lo spostamento degli uffici da via Soderini a via Sardegna in spazi molto più ampi, in cui sarà possibile coinvolgere più persone. Farne insomma un luogo di incontro e quindi allargare anche la possibilità di invitare i nostri sostenitori per iniziative frequenti e mirate.
Vogliamo poi procedere ad attività di fund raising, coinvolgendo esperti del settore, dirette anche al di fuori dell’ambito ebraico, puntando sull’interesse e la sensibilizzazione sui temi ambientali. Per fare questo abbiamo in mente anche di organizzare viaggi in Israele ad hoc, con giornalisti, autorità e figure istituzionali, per far conoscere il paese e le sue strategie di innovazione nel campo ambientale, delle risorse idriche e della gestione del territorio. Sarà nominato poi un nuovo Consiglio di amministrazione del Keren Kayemet Leisrael Italia, in cui cerchiamo di cooptare anche i giovani a partire dall’età universitaria, per allargare anche il bacino di idee, di proposte e di impegno. Un altro settore che ci impegniamo a migliorare – conclude il neopresidente Alcalay – è quello della comunicazione, che avrà un taglio più professionale, con un nuovo sito Internet e una azione più capillare sui social media».