di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda]
Il conflitto fra Israele e Iran è durato 12 giorni, dal 13 al 24 giugno. Ed ha un chiaro vincitore: Israele. Sarà per questo che i professionisti dell’opinione pubblica, docenti, religiosi, politici populisti, giornalisti, non l’hanno presa bene. Hanno reagito alla vittoria israeliana alimentando l’odio contro lo Stato ebraico a livelli mai visti. Una donna coraggiosa, Deborah Fait, direttrice in Israele di Informazione Corretta, ha perso la casa, a causa di uno dei bombardamenti iraniani, lo stesso che ha sventrato l’Istituto Weizmann a Rehovot. Ma più che dai missili, è rimasta sconvolta dalla violenza dell’opinione pubblica occidentale contro un popolo aggredito: “Ormai la campagna d’odio contro ebrei e Israele – scrive Deborah Fait – ha raggiunto il massimo della possibilità umana di odiare un popolo. Sono stanca, da un mese sono immobilizzata, un missile iraniano ha distrutto la mia casa oltre a tante altre e al padiglione di ricerca sul cancro del famoso Istituto Weizmann. Il presidente dell’Istituto, alla domanda ‘adesso cosa farete?’ ha risposto semplicemente ‘Ricostruiremo e andremo avanti’. Questo è Israele”. In realtà occorreranno enormi finanziamenti per ricostruire l’Istituto, ma l’importante è lo spirito con cui viene affrontata la ricostruzione, come sempre, dopo ogni guerra difensiva, dal 1948. Però l’odio è arrivato a tal punto che: “conoscenti, amici, persino quelli più stretti che un tempo ti chiamavano zia o zio – scrive ancora Deborah – sono diventati antisemiti e pieni di odio contro gli ebrei. Il 7 Ottobre è completamente dimenticato, nessuno ne parla più, eppure, dopo più di due anni, Hamas tiene ancora rinchiusi decine di ostaggi, alcuni vivi e, la maggior parte, assassinati. L’odio antisemita è alimentato non solo dai media e dalla politica, stile Movimento 5 Stelle e PD, ma anche da un circoletto di ebrei venduti e rinnegati che, nel tentativo di coprire la loro vergogna con la coperta ipocrita del pacifismo, parlano e scrivono contro Israele, e difendono, così, i tagliagole”. E tutto questo odio ha delle conseguenze. Israele vince militarmente, come ha sempre vinto nella storia. Ma poi viene costretta a cedere, da governi di grandi potenze a loro volta spinti da opinioni pubbliche imbevute di antisionismo. I termini per una tregua a Gaza prevedono scambi di ostaggi-contro-prigionieri palestinesi totalmente iniqui: 1 ostaggio israeliano contro 100 prigionieri palestinesi, terroristi. L’aggredito viene punito, l’aggressore premiato. Scrive la Fait: “Israele, che nei 77 anni della sua esistenza ha visto morte, odio, guerre e terrorismo per la sola colpa di esistere, adesso si vede costretto alla resa da un mondo odioso che pretendeva nessuna reazione al 7 Ottobre, che crede solo alle menzogne di Hamas, che vuole premiare il terrorismo più feroce della storia, dando ai terroristi uno Stato che non hanno mai avuto nella loro storia fatta di oscurità infernale e ferocia”.