di Maia Principe
In una lettera al quotidiano, il Professore emerito di demografia all’Università Ebraica di Gerusalemme, critica l’utilizzo di un sondaggio non rappresentativo (1005 intervistati) e veritiere sull’opinione pubblica israeliana, che ne esce come un popolo estremista e fanatico, odiatore dei palestinesi. Fatto inaccettabile da parte di un quotidiano così importante in Italia.
“È veramente increscioso che il Corriere dia tanto spazio alla distorsione grave e sistematica di una realtà che è già abbastanza complessa di suo. Le conclusioni ingiustificate e non verificate dei collaboratori del Corriere contribuiscono ad aggravare quel clima di ostilità contro lo stato d’Israele e contro la popolazione ebraica che è fonte di legittima preoccupazione”. Questo è quanto ha scritto in una lettera al Corriere della Sera Sergio della Pergola, Professore emerito di demografia all’Università Ebraica di Gerusalemme, professionista di fama internazionale, in merito a un articolo del giornalista Gianluca Mercuri pubblicato su La Rassegna del quotidiano il 29.5. intitolato “Il sondaggio choc e il rabbino fanatico che ha contagiato Israele”.
Nell’articolo, denuncia il demografo, il giornalista “sostiene che oltre l’80% degli israeliani sarebbero a favore della deportazione degli abitanti di Gaza, mentre la maggioranza assoluta sarebbero a favore alla deportazione dei cittadini palestinesi di Israele. Ma non solo: 65% degli Israeliani crederebbero alla reincarnazione di Amalek, il nemico biblico degli Israeliti, da sterminare fino all’ultimo uomo. Mercuri cita una fonte americana (riportata, e poi confutata, anche dal quotidiano Haaretz), ma chiaramente non ha letto di persona i risultati originali del sondaggio che, a detta della fonte, sarebbe basato su un campione rappresentativo di 1005 ebrei in Israele. A sua volta, Goffredo Buccini, sempre sul Corriere, cita gli stessi dati, traendone conclusioni di ampia portata sul presunto risucchio dell’intera società israeliana nel gorgo perverso generato dal terrorismo di Hamas.
“Si tratta in realtà di un sondaggio fake – continua Della Pergola – condotto da una minuscola compagnia di indagini demoscopiche di Tel Aviv per conto di due ricercatori israeliani emigrati negli USA. Chi ha preso visione della ricerca ha potuto chiarire che il campione non risponde assolutamente ai criteri minimi della rappresentatività. Si tratta invece di un gruppo di opinioni rastrellate su internet con metodo selettivo e con l’intento esplicito di provocare i partecipanti volontari.
È probabile che in Israele, su oltre 10 milioni di abitanti, vivano un migliaio di fanatici politici, anzi sono magari anche di più. Ma i plurisettimanali sondaggi seri, basati su campioni veramente rappresentativi, ci danno un profilo completamente diverso dell’opinione pubblica israeliana che è, indubbiamente, molto divisa sui temi del conflitto e della guerra. Una buona metà sono disponibili a una soluzione pacifica del conflitto. La grande maggioranza sono contrari alla guerra a oltranza. Il governo Natanyahu gode oggi di una percentuale di appoggio attorno al 35%. La maggioranza auspica che Gaza, dopo la fine delle ostilità, venga governata da un’autorità internazionale indipendente, con l’esclusione del movimento terrorista Hamas. Solo una piccola minoranza auspica un controllo permanente del terrirorio di Gaza da parte di Israele”.
“È veramente increscioso – conclude il professore – che il Corriere dia tanto spazio alla distorsione grave e sistematica di una realtà che è già abbastanza complessa di suo. Le conclusioni ingiustificate e non verificate dei collaboratori del Corriere contribuiscono ad aggravare quel clima di ostilità contro lo stato d’Israele e contro la popolazione ebraica che è fonte di legittima preoccupazione.”
Qui sotto l’articolo del Corriere della Sera del 29 maggio.
Qui sotto la lettera di Sergio Della Pergola