di Nina Prenda
A causa dello spazio aereo bloccato nei cieli del Medio Oriente per la guerra in corso, sale la preoccupazione per gli italiani residenti all’estero che non riescono a tornare a casa. Si muovono le ambasciate italiane in Israele e in Iran per permettere il rimpatrio degli italiani bloccati nei due Paesi in guerra. Sono circa 20mila gli italiani che si trovano nello Stato ebraico e 500 quelli nella Repubblica Islamica in questi giorni di conflitto. I secondi hanno potuto lasciare la Nazione passando via terra per l’Azerbaigian e al momento si contano ventinove concittadini che sono stati rimpatriati. “Ringraziamo l’ambasciata e coloro che ci hanno aiutato ad uscire, siamo molto riconoscenti. Il viaggio è stato duro: si respira l’aria di guerra. Non solo per i bombardamenti ma per l’atmosfera pesante”, dichiarano gli italiani che stanno lasciando la Repubblica Islamica.
Le Ambasciate e i Consolati stanno fornendo assistenza ai connazionali che desiderano lasciare gli Stati, favorendo l’uso dei valichi terrestri in attesa della riapertura degli aeroporti. I primi connazionali che sono riusciti a lasciare i Paesi stanno tornando a casa.
“La situazione anche dei nostri concittadini è abbastanza complicata e cerchiamo di assisterli nel modo migliore”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento al Consiglio generale degli italiani all’estero. “La situazione attuale – ha spiegato – è veramente molto complicata. La mia priorità e del governo è quella della sicurezza di tutti i nostri connazionali che vivono in questo momento nelle aree di crisi”, ha aggiunto Tajani. Il ministro aveva spiegato nei giorni scorsi che “le nostre Ambasciate sono in contatto con tutti i connazionali che hanno chiesto informazioni per rientrare in Italia. Stanno tutti bene e stanno ricevendo uno ad uno ogni possibile assistenza, tenendo conto dell’interruzione del traffico areo nella regione”.
Nella stessa situazione, uguale e contraria, si trovano gli israeliani che hanno difficoltà nel fare ritorno nello Stato ebraico. Per aiutarli a trovare un alloggio si sono attivate anche le comunità ebraiche.
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Israele ha iniziato a riportare a casa i cittadini rimasti all’estero durante il conflitto con l’Iran: due voli provenienti da Cipro sono atterrati a Tel Aviv mercoledì mattina.
Lo spazio aereo di Israele è stato chiuso da quando il Paese ha lanciato una campagna di attacchi aerei contro l’Iran, venerdì 13 giugno. L’Iran ha risposto con centinaia di droni e missili, pertanto lo spazio aereo tra i due Paesi al momento è dominato solo da velivoli militari. Il ministero dei Trasporti israeliano afferma che circa 150mila israeliani sono attualmente fuori dal Paese e 50mila di questi hanno chiesto il rimpatrio immediato. La compagnia di bandiera israeliana El Al ha dichiarato che intende operare decine di voli per rimpatriare gli israeliani da varie capitali europee come Atene, Roma e Parigi. Il vettore più piccolo Arkia riporterà in patria i cittadini israeliani da Grecia, Cipro e Montenegro, mentre Israir sta operando voli per i turisti bloccati da Cipro, Grecia e Bulgaria.
I voli passeggeri, invece, non partono ancora da Israele, il che significa che decine di migliaia di turisti sono attualmente bloccati nel Paese, per questo sono al lavoro le ambasciate dei vari Paesi di provenienza.
Il conflitto ha costretto la maggior parte dei Paesi del Medio Oriente a chiudere il proprio spazio aereo. Decine di aeroporti hanno interrotto tutti i voli o ridotto significativamente le operazioni, lasciando decine di migliaia di passeggeri bloccati e altri impossibilitati a fuggire dal conflitto o a tornare a casa.