Italia Ebraica / Mantova

La gloria di Mantova

E ora eccoci finalmente a Mantova,  fascinosa e splendida città a cavallo fra la Lombardia e l’Emilia Romagna. Mantova fu sede di una delle più antiche e importanti Comunità ebraiche d’Italia. Fondamentale fu il ruolo dei Gonzaga, signori della città che incoraggiarono l’immigrazione ebraica nei propri territori, tanto che alla fine del Cinquecento si contavano in città oltre 3 mila persone, ovvero il 7 per cento della popolazione totale, mentre molte altre famiglie ebraiche esercenti l’attività creditizia si trasferirono nei centri minori governati dai Gonzaga. Agli inizi del Seicento fu istituito il ghetto, e iniziò il declino della comunità, parallelamente a quello della famiglia dominante dei Gonzaga. La fine del ghetto si ebbe nel 1798, con l’arrivo delle truppe napoleoniche.
Oggi nella comunità, decimata durante la Shoah, rimangono solo poche persone, motivate a fare conoscere la storia ebraica della propria città, visibile ancora in alcuni luoghi. La prima tappa di un giro ebraico è la sinagoga Norsa-Torrazzo che sorge all’interno di un edificio civile di proprietà della Comunità ebraica, in via Govi 13. La Sinagoga, che prende il nome da una delle più antiche famiglie ebraiche di Mantova, i Norsa, è la fedele copia di quella originale che sorgeva nell’area del vecchio ghetto adiacente a una casa-torre (torrazzo) medioevale e che è stata demolita nel 1899. Essa è annessa a un edificio moderno e ristrutturato che ospita gli uffici, la sala riunioni e gli archivi della Comunità Ebraica.
Del Ghetto, invece, situato in un’area pressappoco rettangolare (compresa tra via Dottrina Cristiana, via Pomponazzo, via Calvi, via Giustiziati e via Spagnoli), rimangono poche tracce, ripercorribili durante un giro turistico organizzato dalla Comunità e dalla libreria locale Di Pellegrini. Oggi restano solamente la facciata di una casa a quattro piani, in via Bertani, la cosiddetta Casa del rabbino. Solo il nome di una via – via Scuola Grande – ricorda al visitatore il luogo dove sorgeva la più grande sinagoga mantovana. Per chi invece è interessato alla Qabbala, la mistica ebraica, è possibile visitare (su richiesta anticipata) una grande raccolta di libri antichi custodita alla Biblioteca Teresiana della città.
Ma non è solo la città di Mantova a essere interessante per chi è alla ricerca di tracce della storia ebraica: basta infatti andare nei dintorni della città per trovarne di altrettanto importanti. Una tappa immancabile è la sinagoga di Sabbioneta, località dove risiedevano numerosi ebrei – primo nucleo di una piccola Comunità di rito italiano – che svolgevano l’attività di commercio del denaro, vietato dalla Chiesa ai cristiani, praticata attraverso i banchi di prestito concessi agli ebrei dai Gonzaga nel Mantovano. Da qui proveniva anche la famiglia di tipografi Foà, che diede particolare lustro all’arte tipografica ebraica tra le migliori in lingua ebraica nel XVI secolo. A loro è dedicata la via della Stamperia che si trova all’ingresso della città. Alla fine dell’Ottocento, anche in conseguenza della depressione economica che colpì in modo particolare il sabbionetano, molti ebrei iniziarono a trasferirsi a Milano. Fu l’inizio del declino della Comunità di Sabbioneta che si compì nei primi decenni del XX secolo. Oggi a testimoniare la presenza ebraica a Sabbioneta vi è la Sinagoga, edificata nel 1824 che dopo un lungo periodo di abbandono ha subito un lungo restauro, ultimato nel 1994, che ha permesso la riapertura dell’edificio al pubblico, ma solo per le visite. Un altro luogo degno di una visita è la sinagoga di Rivarolo Mantovano, oggi sede occasionale di manifestazioni culturali e visite guidate. Così come interessante è anche quella del comune di Viadana, affidata nel 1839 all’architetto Carlo Visioli e rimasta incompiuta per conflitti fra la popolazione ebraica e le autorità cattoliche locali. Per informazioni vedere il recente libro La sinagoga incompiuta. Storia di un contrastato luogo di culto degli ebrei viadanesi, di Marida Brignani. Non mancano poi i cimiteri ebraici: quello di Bozzolo, di Revere e di Sabbioneta, ristrutturato non molto tempo fa. Per visitare tutti questi luoghi, sia dentro la città che fuori, è possibile concordare con la Comunità di Mantova un giro turistico, guidato dal presidente Emanuele Colorni.

The glory of Mantova

We are finally in Mantova, a beautiful city between Lombardy and Emilia Romagna. It has been the site of one of the oldest and important Jewish Italian community. The Gonzaga family, the governors of the city, encouraged the Jewish immigration in that place. In the 16th century there were over 3,000 people, 7 percent of the total population. But in the beginning of the 17th century the jewish situation worsened and the end of the ghetto took place in 1798, with the arrival of the Napoleon’s troops. Today in the community, decimated by the Holocaust, there are only few people, but many interesting sites to see. As the Jewish synagogue Norsa-Torrazzo, situated on a civilian building owned by the Jewish community, in via Govi 13. The Bet HaKnesset, which takes its name from the Norsa, one of the oldest Jewish families in Mantua, is a faithful copy of the original one that stood in the Ghetto. Located between via Pomponazzo and via Calvi, there are few but important traces of this jewish quarter, that the visitors can see during the tours organized by the Community. For those who are interested in Kabbalah, Jewish mysticism, they can visit (by prior arrangement) a large collection of old books kept in the Teresiana Library. For those who look for some jewish history, there is not only the city of Mantua. An inevitable stop is the synagogue of Sabbioneta, a place where many Jews lived, the first nucleus of a small community of Italian rite. The synagogue, built in 1824 after a long period of neglect has undergone a long restoration, completed in 1994, which allowed the reopening of the building to the public, but only for visits. Another place worth a visit is the synagogue of Rivarolo Mantovano, now the occasional cultural events and tours. Just as interesting is that of the town of Viadana, entrusted in 1839 to the architect Carlo Visioli and left unfinished because of conflicts between the Jewish population and the local Catholic authorities. For more information see the recent book The synagogue unfinished. Story of a thwarted place of worship of the Jews viadanesi, by Marida Brignani. There are also Jewish cemeteries, such as Bozzolo, Revere and Sabbioneta, renovated not long ago. To visit all these places, both inside and outside the city, it is possible to agree with the Community of Mantova sightseeing, led by President Emanuele Colorni.