Giacobbe sogna la scala degli angeli

Parashat Vajjetzé. La forza della fede di Yaakov

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Dopo che Yaakov si addormenta su dure pietre e sogna gli angeli che scendono e salgono sulla scala ed ascolta la promessa di futuro e protezione che Dio gli accorda , si risveglia bruscamente ed afferma: “In questo luogo c’era Dio ed io non lo sapevo.” (Genesi 28,16)

Yaakov è un fuggiasco: è dovuto scappare da casa di suo padre Itzhak perché di fatto, suo fratello Esav, ha deciso di ucciderlo dopo aver perso la benedizione  ricevuta da Yaakov e che Esav pensava gli spettasse. Yaakov, passa la notte all’aperto, dorme su dure pietre, è lontano dalle tende nelle quali era abituato a vivere, lontano dalla famiglia, dalle sue sicurezze, dal ritmo tranquillo della vita che aveva vissuto fino ad allora  e deve affrontare il mondo ed i suoi pericoli, il mondo ed i suoi dolori, il mondo e le sue paure, lui che “era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende” deve uscire con forza allo scoperto ed affrontare la vita, non come scelta personale, non come progetto, ma come fuga, come corsa disperata per la salvezza.
In quella notte di angoscia e paura, di incertezza e dubbi, di pensieri su quanto appena accaduto con suo padre, suo fratello e sua madre Rivka, Yaakov sogna e si risveglia dal suo sonno con una affermazione alquanto strana: “In questo luogo c’era Dio ed io non lo sapevo.” Come è possibile che nostro padre Yaakov non sapesse che anche in quel luogo c’era Dio? Come è possibile che lui non avvertisse la presenza del Dio dei suoi padri ovunque? Le risposte a queste domande andrebbero cercate nello spazio e nel tempo nei quali Yaakov afferma questa frase.
Paure di diversi tipi e  di diverse intensità circondano Yaakov che ha perso tutte le certezze e tutte le sicurezze della sua vita precedente. Contemporaneamente alle paure Yaakov è circondato da pietre, luoghi fisici a lui oscuri, orizzonti ai quali non è abituato: né in senso fisico, né in senso morale.
Yaakov si sta preparando ad una vita nuova che gli è caduta addosso dopo che sua madre lo ha sostituito a suo fratello per la benedizione e dopo che suo padre, ormai cieco ma non del tutto inconsapevole, gli ha dato la sua benedizione. Una benedizione che ha significato un cambio totale di vita, una nuova consapevolezza, un nuovo sguardo sul mondo e sul proprio ruolo  come figlio di Itzhak, nipote di Abraham e futuro padre delle future tribù di Israele.
“In questo luogo c’era Dio ed io non lo sapevo” ha risvolti totalmente diversi per Yaakov: non ci sono dubbi, non ci sono perplessità, non ci sono assenze di fede o di fiducia in Dio. Quando Yaakov, dopo il brusco risveglio, afferma che Dio era in quel luogo ci sta insegnando la capacità di cercare e trovare Dio nelle pieghe della vita che cambia, durante la corsa, tra le angosce, le paure, le insicurezze. “In questo luogo c’era Dio ed io non lo sapevo” apre un nuovo orizzonte per l’uomo di fede Yaakov e per chi si riconosce in lui. Yaakov ci insegna che per la prima volta nella sua vita è esposto a realtà e sensazioni mai vissute prima per lui che era un uomo tranquillo, un uomo che prima di allora non aveva mai affrontato il buio di una notte qualsiasi. In quella notte, dopo quel sogno, dopo le parole di Dio e dopo il suo risveglio Yaakov afferma: “Ho trovato Dio anche  in questo luogo a me sconosciuto, così come in questo tempo di angoscia mai vissuto prima ed io non sapevo che fosse possibile cercare e trovare Dio anche in momenti come questi.”
Yaakov, in quella notte, ci ha insegnato la più grande prova per l’uomo di fede: saper ritrovare Dio nelle notti, tra la paura e l’ignoto, tra l’ansia e la durezza del sonno sulle pietre.