I musicisti alla serata di musica organizzata il 27 giugno al Beth Shlomo

Beth Shlomo, una grande festa in musica, anniversari, discorsi, nuove iniziative

di Roberto Zadik
Non solo musica di alto livello con tre artisti d’eccezione, come la pianista Delilah Gutman e il violinista Rephael Negri – che hanno interpretato opere dal repertorio popolare ebraico (come i canti sefarditi e askenaziti) e dalla tradizione colta d’occidente (come le musiche di E.Bloch) –  e il brillante pianista Vito Mancuso che ha deliziato i presenti con una suggestiva versione di “Rapsodia in Blu” e di “Summertime” di Gershwin, ma anche discorsi e festeggiamenti e progetti importanti per i mesi che verranno, come un centro di studi di musica ebraica, da settembre. Mercoledì 27 giugno si è tenuta la serata “Beth Shlomo in concerto”: alla Sinagoga di corso Lodi, brani e cultura ebraica, dal Mediterraneo ma anche dallo Yemen e dal Medio Oriente così come dall’Est Europa celebre per il folklore yiddish, e i suoni del klezmer per una esibizione molto coinvolgente e di grande successo in una serata affollata e ricca di atmosfera.

Tutto è cominciato verso le 20.30 con un ricco buffet seguito dai i festeggiamenti per gli anniversari di matrimonio di Eugenio Schek, curatore e Gabbai del Beth Shlomo, Rav Rodal e Meir e Lizzy Piha.  Successivamente il primo brano musicale è stata la bellissima “Bashanà Ha baa” (L’anno prossimo a Gerusalemme) del cantautore israeliano Ehud Manor. Una delle più importanti informazioni della serata in tema di musica è che, come ha annunciato Schek “da settembre il Beth Shlomo” che attualmente ospita Sinagoga e Museo della Brigata Ebraica, diventerà “un centro studi di musica ebraica” fondato e diretto da Delilah Gutman e Rephael Negri, in collaborazione con Beth Shlomo, “che illustreranno il progetto dopo le vacanze estive”.

Subito dopo tre brevi e efficaci discorsi, di Rav Rodal, rabbino di riferimento della sinagoga, che ha riflettuto sull’importanza della parola “Shalom” che significa “pace ma anche completezza” riflettendo sul ruolo dei Leviti che suonavano strumenti e intonavano canti e sul legame fra musica, completezza e spiritualità. Rav Levi Shaikevitz invece si è soffermato sul legame fra musica e spiritualità sottolineando quanto diceva il Rebbe di Lubavitch, Menachem Schneerson, che “la parola è la penna dell’anima mentre la musica è la penna del cuore”.

Partendo da questa frase, il Rav ha spiegato che noi tutti oscilliamo da vari estremi fra elevazione e cadute spirituali e che è fondamentale armonizzare le nostre emozioni alla Torah e alle esigenze spirituali e che dobbiamo cercare di liberare l’anima dalle  Molto sentiti anche gli anniversari di nozze, da quello di Rav Rodal ricordato sabato 23 giugno, a quello del  presidente di Beth Shlomo Eugenio Schek e di Meir e Lizzy Piha.

Una serata di musica

La musica poi ha preso il sopravvento con l’antico brano yemenita “Kirya Yefeifiah” il cui testo è stato composto dal grande poeta yemenita Shalom Ben Joseph Shabazi (famoso anche per essere stato l’autore di “Im Nin alu”, testo di uno dei successi della cantante Ofra Haza) e che è stato interpretato per l’evento in forma strumentale, traslando magistralmente nella voce del violino di Rephael Negri il significato della poesia.  Poi è stata la volta di classici sefarditi spagnoli come “Adios Querida” e “Buena Semana”, ma grande spazio anche alle composizioni originali della Gutman, musicista e compositrice, come il nigun “Mazal tov variations”, eseguito in prima assoluta lo scorso marzo a New York presso la Casa Italiana della New York University, in occasione di un evento in cooperazione con “Civil Society and Outreach Unit, Division for Social Policy and Development of the Department of Economic and Social Affairs – Secretariat of the Union for the Mediterranean” con il patrocinio di EUA UN-European Union Association  e UNASEM UN-Asia Europe NGOs Network, ed eseguito sempre da Rephael Negri in forma strumentale in prima esecuzione europea alla Jerusalem Synagogue di Praga.  Ultima parte della serata dedicata al grande Gershwin, con i virtuosismi vocali e pianistici del bravo Mancuso che ha suonato e cantato “Summertime” emozionando e coinvolgendo il pubblico. E da settembre, Centro di Studi della Musica Ebraica e altre iniziative.