L'attrice Winona Ryder

Antisemitismo a Hollywood, Winona Ryder rivela: “Mel Gibson ebbe uscite antisemite”. E ricorda come fu scartata da altri film “perché troppo ebrea”

Taccuino

di Roberto Zadik
La crescente ondata di antisemitismo USA passa anche attraverso il “dorato” mondo del cinema. Lo dimostra un’intervista choc al Sunday Times, dell’attrice ebrea americana Winona Ryder, 49 anni il prossimo 29 ottobre, dove ha rivelato vari episodi antisemiti che hanno segnato la sua lunga carriera cinematografica. Primo fra tutti, stando alla notizia apparsa mercoledì 23 giugno sul Jerusalem Post, la star ha affermato di essere stata recentemente rifiutata dal copione di una pellicola perché fisicamente “troppo ebrea” per interpretare il ruolo di una nobildonna. Una intervista che ha fatto il giro del mondo e che è apparsa sulle principali testate internazionali e italiane, dal Jerusalem Post a Usa Today al Corriere della sera.

Domenica scorsa la Ryder, ex Johnny Depp e nota per ruoli fortemente espressivi come in Ragazze interrotte o in Edward Mani di forbice,  si è lasciata andare, raccontandosi come poche altre volte. Fra gli aneddoti di antisemitismo hollydoodiano, sempre secondo il JP, in questi anni varie persone nello star system le avrebbero chiesto sarcasticamente “Ma sei ebrea? Sei troppo bella!”. Un argomento cupo e poco trattato come l’antisemitismo nel mondo dello spettacolo statunitense al centro della testimonianza dell’attrice di origine ebreo russa, vero cognome Horowitz, attualmente impegnata nella promozione del suo nuovo lavoro Complotto contro l’America dal romanzo di successo del grande Philip Roth, in onda su Sky Atlantic il prossimo mese di luglio.

Lo scontro con Mel Gibson nel 1995 e le conseguenze dei suoi commenti

Sempre secondo il Jerusalem Post la Ryder, in tema di antisemitismo, ha raccontato di un brutto incontro con l’attore australiano Mel Gibson, noto per il suo impegno nel cinema così come per le sue “scenate antisemite” come quando arrestato perché stava guidando ubriaco, nel luglio 2006 gridò “gli ebrei che dominano il mondo” insultando i poliziotti. Il regista di Braveheart, nel lontano 1995, secondo la sua testimonianza, avrebbe incontrato l’attrice ad una festa assieme a un gruppo di amici chiamandola pubblicamente “ebrea fritta al forno”. Ovviamente si tratta di una pesante allusione ai forni crematori dei lager nazisti per Gibson.

Sempre stando al Jerusalem Post e al resoconto apparso sul Corriere della Sera, Gibson la stessa sera avrebbe offeso anche un suo amico omosessuale, Kevyn Aucoin, presente al party “Aspetta, con te potrei prendere l’Aids?”. Una star dalla personalità complessa, Mel Gibson, che stando a un articolo sul Corriere giovedì 25 giugno firmato da Francesco Tortora, è stato al centro di vari guai giudiziari, non solo per l’arresto in stato di ebrezza del 2006, ma anche per maltrattamenti alla sua ex fidanzata Oksana Grigorieva.

Prevedibilmente le dichiarazioni della Ryder hanno avuto ovviamente delle “ricadute” e secondo il sito Usa Today Alan Nierob, rappresentante di Gibson avrebbe sdegnosamente replicato che “l’affermazione sarebbe totalmente falsa”. “Anche dieci anni fa” ha ribadito Nierob “l’attrice ha mentito su questo e ora sta riproponendo la stessa bugia” rivelando che all’epoca Gibson la contattò per un chiarimento riguardo alle sue bugie ma che l’attrice rifiutò qualsiasi confronto.

A questo proposito l’attrice ha replicato, attraverso la sua portavoce Rachel Karten, sempre su Usa Today che “si tratta di un episodio fastidioso che mi ricordo molto bene. Personalmente credo nel perdono e spero che il Signor Gibson si sia riappacificato con i suoi demoni interiori. Ma io non sono uno di essi!”.

Insomma grande tensione fra Gibson e la Ryder e l’interprete che descrive il suo “lato ebraico” rimasto sommerso fino adesso. Le conseguenze professionali non si sono fatte attendere. Sempre sul Corriere di giovedì 25 giugno, che stando al sito The Wrap, i produttori del sequel di “Galline in fuga” avrebbero rifiutato di ingaggiare Gibson per il doppiaggio del personaggio del leggendario pugile Rocky Balboa. Motivo? L’intervista della Ryder e le presunta dichiarazione antisemita di Gibson.

Il lato ebraico di Winona Ryder

Solitamente molto riservata sulle sue origini ebraiche, così come sulla sua famiglia decisamente hippie e creativa, la Ryder ha rivelato sul Jerusalem Post alcuni dettagli inediti sulla sua identità ebraica. Come la sua cugina ebreo russa morta alla sua stessa età nella Shoah che sembra l’abbia molto influenzata per il suo ruolo nel film Ragazze interrotte del 1999 aggiungendo che nei campi sarebbe morta nei lager anche sua nonna paterna. Sempre stando all’attrice il vero nome paterno non sarebbe nemmeno Horowitz ma Tomchin cambiato all’arrivo della famiglia  dalla Russia in America. “Anche se non sono religiosa” ha dichiarato l’attrice, sempre nell’interessante articolo sul Jerusalem Post, “mi identifico con la mia identità ebraica” sottolineando le sue difficoltà nel parlare di Shoah “perché diversi membri della mia famiglia sono morti nei campi, ma sono sempre stata interessata riguardo a quanto accadeva in quell’epoca”. In tema di antisemitismo, su Usa Today, l’attrice ha ricordato altri episodi come una discussione con l’acclamato regista Francis Ford Coppola.

Era il 1992 e la Ryder aveva solo 20 anni,  ma si stava rivelando già per le sue doti attoriali, nel cast  del kolossal horror “Dracula” diretto dal leggendario regista di origini italiane. La giovane attrice doveva misurarsi con una serie  di super attori, da Gary Oldman a Keanu Reeves a Anthony Hopkins. Secondo il suo resoconto il regista de “Il padrino” l’avrebbe maltrattata durante la lavorazione della pellicola,  spingendo perfino gli altri attori ad allearsi al suo comportamento ma senza risultati. Infatti sia Reeves che gli altri si sarebbero rifiutati di offenderla. In merito alla vicenda, la Ryder ha chiarito “ora fra me e Francis, si è tutto risolto”.