Un secolo di ribellione e tenacia: il grande Kirk Douglas compie 100 anni

Taccuino

di Roberto Zadik

 

Lo scorso 9 dicembre, il carismatico attore ebreo americano Issur Danielovitch Demsky, meglio conosciuto come Kirk Douglas, ha compiuto un secolo di vita.

Personaggio anticonformista, testardo e combattivo, Sagittario ascendente Acquario (come Jim Morrison), l’attore si è segnalato immediatamente nel mondo nel cinema, dopo aver prestato servizio nella Marina Militare, per le sue doti di grinta e magnetismo incarnate ottimamente in ruoli importanti come “Brama di vivere”dove vestiva i panni del tormentato pittore olandese Van Gogh in un bel film di Vincent Minelli, talentuoso regista padre di Liza e regista de “Il mago di Oz” e “Spartacus” del grande Stanley Kubrick, che l’ha diretto anche nel suo primo film “Orizzonti di gloria” in cui interpretava il ruolo del severo generale Dux.  Con il talentuoso regista e correligionario, secondo varie biografie, Douglas ebbe sempre un rapporto estremamente conflittuale tanto da definirlo “una persona tremenda di talento”.

Ex sex symbol, con quel suo volto spigoloso e irregolare e i suoi modi decisi e padre del bravo Michael Douglas (Bilancia ascendente Scorpione), avuto dall’attrice inglese Diana Dill, sua prima moglie e ora sposato con la bella Catherine Zeta Jones, il vecchio Kirk ha vissuto intensamente, festeggiando alla grande anche il suo imponente compleanno invitando alcuni giorni fa i suoi più cari amici per un ricevimento intimo e sentito. A darne notizia il sito “Times of Israel” che ha sottolineato come Douglas sia “una vera leggenda vivente appartenente all’età dorata di Hollywood anche in occasione della sua festa di compleanno alla quale hanno partecipato la sua terza moglie, Anne e i suoi famigliari, fra questi il figlio Michael e sua moglie”.

Il portale ha fatto sapere che “c’erano circa centocinquanta persone”, non molte per un divo di tale portata, “fra cui il suo rabbino di fiducia e amico, Jeffrey Katzenberg e altri amici intimi” che l’hanno accolto con grande affetto. Brindando con un “lechaim” e un bicchiere di vodka, il centenario interprete hollywoodiano è stato omaggiato durante la cerimonia con vari discorsi di amici e dal figlio e dalle immagini di alcuni suoi celebri film.

In tema di interventi suo figlio Michael, che nonostante gli eccessi e le intemperanze, fra droga, alcol e vizi vari, è sempre stato molto legato alla famiglia e al papà e ne ha ricordato la forza d’animo e come egli, oltre al successo e ai riconoscimenti professionali, abbia affrontato drammi come “la morte di un figlio, perso durante un incidente in elicottero e un brutto infarto e nonostante questo è arrivato alla terza parte della sua lunga vita e questo lo trovo straordinario.

Con il consueto senso dell’umorismo suo padre sorridendo ha risposto “Scusate ma di chi sta parlando? Ha detto tante belle cose su una persona che non conosco”. Scherzando fra le risate dei presenti, l’attore ha aggiunto “per l’organizzazione dell’evento abbiamo scelto mio figlio Michael. E’ lui quello che ha più soldi”.

Spegnendo le 12 candeline sulla sua torta e ringraziando i presenti per la partecipazione e sorpreso piacevolmente dalla presenza in massa della sua famiglia ha detto “sono felice di essere l’unico centenario qui!”. Fra gli interventi il rabbino Katzenberg ne ha sottolineato “la grande generosità e calore umano che hai sempre dimostrato. Resterai sempre il mio eroe.” Molto toccante anche il messaggio dell’amico e correligionario, il regista Steven Spileberg che nonostante una brutta frattura al piede sul set di un suo film ha voluto esserci anche se è arrivato in ritardo alla festa. Per farsi perdonare, il geniale cineasta autore di grandi film come “Lo squalo”, “E.T”  e “Schindler’s list” ha tenuto un discorso espressivo dicendo “Sono venuto qui per dire che nonostante abbia girato pellicole e spettacoli televisivi per 47 anni lavorando con grandi attori, tu sei la sola vera star che abbia mai incontrato. C’è qualcosa che solo tu hai e nessuno ha mai avuto,un tocco personale unico e irripetibile che ti ipnotizza e dal quale non riesci a staccare gli occhi quando ti si vede recitare. Sei un uomo del miracolo e hai stimolato con il tuo selvaggio ottimismo tutti i miei attori”. Grintoso, idealista e combattivo, visibilmente e ovviamente invecchiato, Douglas ha perso la sua bella e prestante presenza ma a cent’anni mantiene la sua caparbietà che gli ha permesso di lavorare con alcuni fra i migliori registi mondiali, da Stanley Kubrick, a Joseph Mankiewicz, all’amico Billy Wilder che lo volle come protagonista del suo bellissimo “L’asso nella manica” dove interpreta un giornalista avido e senza scrupoli. Col suo sguardo magnetico questo grande attore ha sempre incarnato personaggi cinici, duri e sprezzanti eccellendo nel genere drammatico e western e lasciando un segno profondo nel cinema americano e mondiale.