Festival del Cinema di Roma: polemica sul film “Yes!” di Nadav Lapid. La direzione respinge il boicottaggio

Spettacolo

di Pietro Baragiola

Mercoledì 16 ottobre, in occasione del Festival del Cinema di Roma, il Teatro Studio Gianni Borgna ha ospitato la prima italiana di Yes!, il nuovo film del regista israeliano Nadav Lapid.

Nelle ultime settimane questa pellicola è diventata uno dei casi più discussi della ventesima edizione del festival, specialmente dopo la richiesta di boicottaggio da parte di diversi manifestanti propalestinesi che hanno invitato gli organizzatori a ritirarlo dal programma.

 

La richiesta di boicottaggio

La polemica è scoppiata quando agli inizi di ottobre l’associazione Venice4Palestine, la stessa che durante la Mostra del Cinema di Venezia 2025 aveva organizzato una protesta a sostegno della causa palestinese, ha inviato una lettera aperta agli organizzatori del festival di Roma.

Nella missiva, il gruppo ha espresso “profondo disappunto” per la presenza di Lapid all’evento, definendola “problematicamente incoerente” con il contesto internazionale attuale e invitando la comunità cinematografica a “non sostenere la proiezione di un film finanziato da un’istituzione israeliana” (riferendosi all’Israel Film Fund, il cui logo compare nei titoli di apertura del film).

La direzione, tuttavia, ha scelto di non cedere alle pressioni, difendendo la libertà artistica e il diritto del pubblico a confrontarsi con opere anche scomode.

“Non faremo proclami sulla situazione del mondo. Per noi parlano i film che presentiamo e riteniamo che il nostro pubblico sia maturo e pronto a vedere tutto” ha affermato Salvatore Nastasi, presidente della Fondazione Cinema per Roma, durante la presentazione ufficiale del programma.

 

Il messaggio di Yes!

Yes! racconta la storia di Y, musicista jazz, e della moglie Yasmine, ballerina, immersi nella mondanità di Tel Aviv. I due sono costanti frequentatori delle feste dell’élite israeliana e vendono la propria arte ad un sistema che disprezzano ma dal quale dipendono. Quando ad Y viene chiesto di comporre un nuovo inno nazionale dopo l’attacco del 7 ottobre la vicenda prende una piega drammatica verso il significato di colpa e complicità.

 

Yes! non è dunque un’opera celebrativa ma una satira feroce contro il potere e la corruzione morale in Israele, pur essendo finanziata da diverse istituzioni locali, e per questo è stata definita uno dei lavori più provocatori mai usciti dal Paese.

Lapid, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, non ha mai nascosto la propria visione critica del governo israeliano e nel suo nuovo film porta queste idee agli estremi, senza veli. La sceneggiatura, scritta prima del 7 ottobre e poi rielaborata, affronta in 149 minuti il trauma dell’attacco di Hamas senza alleggerire i toni o le responsabilità.

“Questa pellicola è stata accusata di essere uno strumento di propaganda ma, dopo averlo visto, è inevitabile chiedersi se chi ne ha chiesto il boicottaggio sappia davvero di cosa parli la trama” ha affermato uno degli spettatori in sala dopo la proiezione. “Lapid non rappresenta il governo israeliano, lo smonta”.

La presenza di Yes! al Festival del Cinema di Roma assume dunque un importante valore simbolico, sottolineando la responsabilità del cinema non solo di intrattenere ma di informare senza filtri e far riflettere gli spettatori su ciò che sta accadendo nel resto del mondo.

 

 

 

 

Foto in alto: Salvatore Nastasi, presidente della Fondazione Cinema per Roma