di Nathan Greppi
La partecipazione o meno di Israele all’Eurovision Song Contest 2026, che si terrà a Vienna dal 12 al 16 maggio, rimane incerta a causa del prolungarsi della guerra, ma la European Broadcasting Union (EBU) ha annunciato una decisione insolita che consentirebbe ai paesi di ritirarsi dalla competizione a causa del coinvolgimento di Israele, senza subire sanzioni.
Funzionari europei che lavorano con l’EBU hanno spiegato al sito Ynet che gli Stati membri potranno ritirarsi dal concorso senza pagare una penale, ma solo dopo che sarà stato deciso se Israele potrà competere oppure no. Questa mossa è ritenuta senza precedenti, poiché negli ultimi anni il termine per i ritiri senza penalità è stato fissato per ottobre. Quest’anno, tuttavia, l’EBU ha esteso la possibilità di farlo fino a dicembre, quando si prevede che le emittenti affiliate avranno votato sulla partecipazione di Israele.
La decisione suggerisce due possibili scenari: o l’EBU si sta preparando per la partecipazione di Israele e vuole facilitare il processo per le emittenti che desiderano ritirarsi, o si potrebbe aprire la porta a una significativa ondata di ritiri che potrebbe seriamente mettere a repentaglio l’ingresso di Israele anche se questo venisse approvato dalla votazione.
L’EBU ha nominato un supervisore esterno per esaminare la partecipazione di Israele. Si prevede che questo funzionario parlerà con varie delegazioni ed esaminerà la questione da vicino prima del voto invernale, che determinerà se Israele potrà prendere parte al concorso.
Un alto funzionario dell’EBU ha dichiarato a Ynet che “se la guerra continua, sarà difficile per Israele restare nella competizione”. Tuttavia, ha anche sottolineato che “questa non è una decisione definitiva”.
Nonostante le forti pressioni sull’EBU per l’espulsione di Israele, solo pochi paesi hanno minacciato di ritirarsi se dovesse partecipare, in particolare la Slovenia e l’Islanda. Ma nessuno degli Stati membri più grandi ha fatto tali minacce. Al contrario, il paese ospitante, l’Austria, ha sostenuto la partecipazione di Israele, mentre la Germania ha addirittura minacciato di ritirarsi in segno di protesta se Israele venisse espulso.
Mettendo da parte l’Eurovision, i giornalisti dell’EBU hanno realizzato un video per denunciare la carestia a Gaza, chiedendo ripetutamente a Israele di consentire ai giornalisti stranieri di entrare nella Striscia per coprire quello che sta succedendo. Tuttavia, dopo il massacro del 7 ottobre l’EBU non ha prodotto un video analogo che condannasse l’attacco, né i giornalisti in questione si sono espressi pubblicamente contro gli atti di terrorismo di Hamas.