Sinagoga di 1.500 anni fa rinvenuta nella riserva naturale del Golan

Personaggi e Storie

di Lia Mara
La prima parte della sinagoga ad essere rinvenuta è stata la parete meridionale, lunga più di 13 metri,che  era costituita da due colonne di pietre da taglio e presentava tre porte rivolte verso Gerusalemme. Accanto alle aperture sono stati rinvenuti due architravi, uno dei quali arricchito da decorazioni scolpite.
(Foto: University of Haifa/Kinneret Academic College)

 

Scavi archeologici in corso sulle alture del Golan hanno portato alla luce i resti di una sinagoga risalente a 1.500 anni fa. Ne parla questo mese il Jerusalem Post.

La struttura, costruita in basalto e pietra squadrata, si trova nella riserva naturale della foresta di Yehudiya, ma la sua ubicazione era rimasta un mistero per decenni. Gli scavi, che offrono una rara testimonianza della storia ebraica nella regione, sono condotti dallo Zinman Institute of Archaeology dell’Università di Haifa e dal dipartimento di Studi sulla Terra di Israele del Kinneret Academic College, con la licenza dell’Autorità israeliana per le antichità e il finanziamento dell’United Israel Appeal e del Keren Kayemeth LeIsrael-Jewish National Fund.

La scoperta è avvenuta dopo che le squadre di esperti sul campo avevano individuato una concentrazione insolitamente densa di tamburi di colonne e pietre decorate lungo un sentiero in un villaggio siriano abbandonato all’interno della riserva. Nonostante precedenti indagini avessero registrato centinaia di frammenti di basalto risalenti a questi periodi, questa antica casa di preghiera, utilizzata da una comunità ebraica vissuta in loco durante l’epoca romana e bizantina, era sempre rimasta nascosta agli occhi degli archeologi.

“Nell’ambito di un progetto pluriennale volto a documentare gli elementi architettonici dei villaggi del Golan, avevamo catalogato oltre 150 pezzi riutilizzati all’interno del villaggio siriano abbandonato, ma non era nota l’ubicazione della sinagoga” appartenevano, ha spiegato Mechael Osband del Kinneret Academic College, riportato dal Jerusalem Post.

I reperti già documentati includevano architravi, sezioni di colonne e pietre scolpite che gli abitanti del villaggio avevano riutilizzato per successive costruzioni. Durante gli scavi attuali, la prima parte della sinagoga ad essere rinvenuta è stata la parete meridionale. “All’inizio dello scavo sono emerse decine di elementi architettonici e poi si è svelata la parete”, ha proseguito Osband. Lunga più di 13 metri, era costituita da due colonne di pietre da taglio e presentava tre porte rivolte verso Gerusalemme, una caratteristica tipica delle sinagoghe del periodo. Accanto alle aperture sono stati rinvenuti due architravi, uno dei quali arricchito da decorazioni scolpite. Le misurazioni hanno rivelato che l’edificio era largo circa 13 metri e lungo circa 17 metri, disposto secondo una pianta basilicale con due file di colonne e panche lungo le pareti.

All’interno e intorno alla struttura gli archeologi hanno portato alla luce ulteriori frammenti decorati, tra cui motivi di lampade e menorah, insieme a elementi decorativi interpretati come parti dell’Arca dell’Alleanza. La maestria artigianale di questi pezzi in basalto indica che una prospera comunità ebraica era presente nel Golan durante la tarda antichità.

Su questo tema, Dror Ben-Yosef dell’Autorità israeliana per la natura e i parchi ha dichiarato in una dichiarazione congiunta con l’Università di Haifa che sono già state identificate circa 25 sinagoghe antiche in tutto il Golan. Il recente ritrovamento nel parco di Yehudiya aggiunge così ulteriori prove della presenza di insediamenti ebraici nella regione 1.500 anni fa.