“Massada non cadrà più”

Opinioni

Ma sarà proprio vero? Uno dei siti più significativi e amati da visitatori israeliani e no, simbolo della resistenza ebraica, che vide nel 73 d.C. il suicidio di massa degli Zeloti, potrebbe “cadere” di nuovo.

In senso materiale. Non oggi, non domani, ma forse un giorno a causa di scosse sismiche, mutamenti climatici e la stessa forza di gravità che continuano a minacciare la stabilità delle rovine della fortezza e la montagna su cui si erge.

Specialisti di ingegneria geologica che studiano con tecniche innovative la situazione di Massada, aprono nuove strade per il monitoraggio di questa montagna che nel corso di 2000 anni è andata degradandosi. Anche se il pericolo non è imminente, lo studio mira a una preservazione sul lungo periodo di un sito che è patrimonio dell’umanità.

Massada si trova direttamente sulla frattura (rift) siro-africana, una faglia attiva. Da quando Erode il Grande scelse questo luogo per costruirvi il palazzo, si sono verificati almeno cinque terremoti di alta intensità provocando scivolamenti di rocce e danni alla costruzione. Le condizioni meteorologiche del deserto hanno fatto il resto continuando l’opera di erosione.

Massada infatti non è un’unica roccia compatta: è costituita da strati orizzontali di roccia sedimentaria fratturata da spacchi verticali o “giunzioni” dovute alle sollecitazioni tettoniche della crosta terrestre. Questi tagli orizzontali e verticali conferiscono alla montagna il caratteristico aspetto di muro, come di enormi mattoni irregolari impilati uno in cima all’altro. E questo contribuisce a rendere tutto più vulnerabile alla scosse sismiche.

L’opera di monitoraggio è iniziata nel 1998 quando è cominciata la costruzione della nuova funivia. Per la prima volta si ricorse all’opera di esperti per valutare la stabilità della montagna. E si vide allora che sulla parete orientale alcuni blocchi di roccia erano in equilibrio precario e incombevano minacciosamente sul sentiero percorso dai turisti e avrebbero potuto precipitare in presenza anche di una minima vibrazione.

Si è proceduto quindi a particolari sistemi di ancoraggio dei massi alla roccia compatta per mezzo di cavi d’acciaio provvedendo anche a mimetizzare i perni per non rovinare l’aspetto estetico.

Anche se il primo pensiero dei geologi-ingegneri è la sicurezza dei visitatori, non si è trascurata l’importanza archeologica del sito, e si è passati quindi all’esame della stabilità del palazzo di Erode. Il restauro del palazzo è già iniziato: dalla parte inferiore, che è quella più esposta ai danni degli agenti atmosferici, sono già state rimosse tutte la parti affrescate di epoca romana, che verranno sistemate in un museo apposito, mentre in loco verranno messe delle copie.