di Nathan Greppi
Da quando è scoppiata la guerra a Gaza dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, Israele sta subendo il più grande processo di criminalizzazione che si sia mai visto nella storia moderna. Per capire come si è arrivati a questo punto, può risultare utile leggere il saggio Maledetto Israele! di Niram Ferretti. Dopo il 7 ottobre, in Occidente la maggior parte dei media ha veicolato in maniera totalmente acritica la narrazione di Hamas, prendendo per buoni tutti i comunicati di ministeri ed enti legati all’organizzazione terroristica e snobbando la versione dei fatti israeliana. L’autore fa notare che è come se, durante la Seconda Guerra Mondiale, i media avessero dato maggiore risalto alla versione dei fatti degli organi di stampa della Germania nazista che a quella degli Alleati. Dopo aver già esaminato il fenomeno nei suoi precedenti libri Il sabba intorno a Israele (Lindau, 2017) e Il capro espiatorio (Lindau, 2019), Ferretti spiega come l’odio nei confronti d’Israele possieda diverse radici: oltre all’antisionismo creato dalla propaganda sovietica, che dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 si è diffuso tra le sinistre di tutto il mondo, c’è anche l’antigiudaismo cristiano, che dopo la Dichiarazione Nostra Aetate del 1965 sembrava essere stato consegnato alla storia, e invece è riemerso con forza negli ultimi due anni. Infatti, nel libro viene fatta un’analogia tra l’accusa rivolta a Israele di uccidere intenzionalmente i bambini e l’accusa del sangue del Medioevo. Un altro aspetto che emerge con forza nel saggio è il cortocircuito mentale di un certo ceto progressista, che non è mai riuscito a comprendere la natura del fondamentalismo islamico che sta alla base di Hamas, così come stava alla base dell’ISIS e di Al Qaeda. Oltreché dalla prefazione di Giuliano Ferrara e dalla postfazione di Ugo Volli, il volume è arricchito anche dalla ripubblicazione di un’intervista fatta dal giornalista Davide Cavaliere al politologo francese ed esperto di antisemitismo Pierre-André Taguieff, originariamente apparsa nel giugno 2025 sul sito L’Informale.



